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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
Cartagena
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Siamo partiti da Nerja piuttosto presto questa mattina. Oggi dovremo fare più di trecento chilometri. Si tratta di una grande tappa di avvicinamento a "casa", alla nostra "barchetta" che ci attende perfettamente ridossata e lontana da ogni pericolo al "Real Club Nautico de Torrevieja" (il July si trova a soli sessanta chilometri da Cartagena, che è la nostra destinazione di oggi).
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 1)
Foto dai nostri itinerari
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Percorso auto da Nerja a Cartagena... Passando per Almerimar.
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Durante il percorso, circa a metà strada, abbiamo in programma di fare una “capatina” per vedere il porticciolo di Almerimar. Nel Tam-Tam del “popolo delle barche”, Almerimar è un posticino dov'è possibile svernare a bordo con tutti i comfort e con prezzi ragionevoli. Le nostre più recenti informazioni, però, sono diverse. Sembra che, una volta che l'informazione si è diffusa, diverse barche siano arrivate animando il porto che prima stentava a “partire”. A questo punto hanno deciso di aumentare i prezzi e tutto è cambiato. Vogliamo cogliere l'occasione per andare a “nasare” di persona quale sia effettivamente la realtà al momento.
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ilviaggiodeljulymail@gmail.com
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 2)
Almerimar vista dall'alto (la linea gialla tratteggiata evidenzia il percorso auto).
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Arriviamo ad Almerimar dopo un percorso di 118Km tutto in autostrada. Appena entrati nell'abitato, il primo impatto non ci entusiasma. In mezzo alle case, prima di accedere alle banchine, è tutto palazzi che incombono... Tutto appare appena costruito. Non si vedono persone nelle strade...
Troviamo posto in un parcheggio (quasi vuoto) a ridosso della zona delle barche (punto rosso nella immagine satellitare 2 qui sopra). Nella piazzetta dove ci troviamo, cerchiamo inutilmente un bar... Lo troveremo all'interno del marina.
Almerimar: la vista dalla banchina centrale verso la "torre di controllo".
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Una volta arrivati sulle banchine, ci mettiamo in cerca di qualcuno del “popolo delle barche” che ci possa dare le informazioni che cerchiamo. La ricerca non è difficile e non si può sbagliare. Quando vediamo sovrastrutture come pannelli solari o generatori eolici con le pale che girano per effetto del vento, possiamo dirigere a colpo sicuro: ma ne vediamo pochissimi. In effetti, tutto questo è coerente con le informazioni più recenti in nostro possesso: dopo un "exploit" di un paio di anni, la gestione è cambiata in peggio ed i migliori se ne sono andati.
Riusciamo ad avere informazioni da un canadese di passaggio ed uno spagnolo che vive a bordo per qualche mese ogni tanto. Purtroppo confermano quanto sappiamo: la direzione del marina, non solo ha notevolmente aumentato i prezzi, ma ha introdotto una forma di pagamento per la fornitura di elettricità ed acqua che non abbiamo visto in nessun posto in tutto il Mediterraneo. Questo nuovo metodo impone non un costo sulla base dei consumi ma piuttosto una tariffa giornaliera. Conclusione: anche barche a vela di giramondo, notoriamente ecologiche con generatori che producono energia pulita e con a bordo solo lampade a basso consumo, che ovunque hanno bollette irrisorie qui pagano e anche molto. Bene!... Buono a sapersi!... Almerimar non farà parte delle opportunità da tenere a mente per svernare con le barche, almeno nei prossimi anni.
Così, con le idee più chiare e con la sensazione di non aver sprecato il nostro tempo, raggiungiamo l'auto e riprendiamo il nostro itinerario con destinazione Cartagena, dove, dopo un viaggio confortevole e senza storia, arriviamo prima di mezzogiorno. Come programmato, ci presentiamo subito all'hotel e prendiamo possesso della nostra stanza. Il parcheggio libero nei pressi dell'albergo sarebbe un problema: la posizione è centrale e siamo nel corso di una grande festa che durerà diversi giorni. Ma noi abbiamo prenotato un posto nel parcheggio interno: un piccolo prezzo per un'enorme comodità. Così, ci rinfreschiamo, mettiamo a posto i bagagli ed usciamo per trovare dove pranzare. Dirigiamo verso la parte antica della città e qui troviamo un posticino, in zona pedonale, in una stradina all'ombra. L'atmosfera risente della festa ovunque ed anche noi ci mettiamo subito a nostro agio. Mentre ci confrontiamo con una bella paella che “qualcuno” ha messo proprio nel centro del nostro tavolo, facciamo i piani per la parte rimanente della giornata. Dopo aver mangiato, dirigeremo verso l'entroterra, nei pressi dello stadio di calcio, dove, nei giardini chiamati "Parque Vallejo Alberola" troveremo il "Campamento de Fiestas".
A spasso per Calle Carmen, camminando per raggiungere il "Campamento de Fiestas".
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Come abbiamo già detto, qui a Cartagena si celebra lo sbarco dei romani nel corso della seconda guerra punica. Queste celebrazioni durano alcuni giorni e, ogni giorno, si commemora un diverso evento legato ai fatti storici. Alcuni di questi eventi vengono celebrati in un luogo chiamato dagli organizzatori “Campamento de Fiesta”. Qui, con grandi spazi aperti, la folla si può riversare per le varie attività. Ad ogni buon conto, sono stati allestiti nel campo numerosi punti di ristoro il cui look richiama l'epoca dei fatti celebrati. Si può definire la cosa simpatica oppure “kitsch”... Comunque, visto che restiamo sempre e solo nell'ambito di una festa popolare, io propendo per l'indulgenza.
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Album fotografico - click - "Campamento de Fiestas" - istruzioni -
Dopo la visita al "Parque Vallejo Alberola", allestito come abbiamo visto, ripercorriamo a ritroso la strada fatta all'andata e ci riportiamo nella città vecchia. Facciamo su e giù per le strade più famose e più belle per poi presentarci all'appuntamento alle 18h:00' sulle banchine del porto: questa sera ci sarà la commemorazione dello sbarco dei romani... Verranno dal mare e la manifestazione si annuncia molto suggestiva.
Comunque, in attesa dello sbarco commemorativo, ad uso di coloro che hanno finito le scuole da qualche tempo, vediamo di fare un veloce ripasso sugli eventi che stanno dietro a questa bella festa.
Elaborazione di una foto che appare sul sito www.cartaginesesyromanos.es
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I fatti che celebriamo, lo sbarco dei romani a Cartagena, risalgono alla seconda guerra punica. Dopo lo stallo sostanziale col quale si era chiusa la prima guerra punica ed a seguito delle ostilità permanenti che continuavano a caratterizzare i rapporti fra romani e cartaginesi, il condottiero cartaginese Annibale "risalì" col suo esercito la Spagna e passò le Alpi per affrontare i romani direttamente sul suolo italico riuscendo a scuotere pesantemente il potere di Roma e rimanendo imbattuto in Italia per circa quindici anni (dal 218 A.C. al 203 A.C.). La guerra tra Roma e Cartagine, anche se nei libri di storia viene raccontata solamente attraverso le grandi battaglie, in realtà coinvolse tutte le terre intorno al Mediterraneo occidentale le quali erano abitate da popolazioni che si dividevano fra alleati dei romani ed alleati dei cartaginesi. Inoltre, a seguito della conquista di Sagunto, alleata di Roma nella penisola Iberica, da parte dei Cartaginesi, i romani combatterono in Spagna sotto la guida di "Publio Cornelio Scipione padre" che quì trovò la morte in combattimento. Il senato di Roma allora diede al figlio, anch'egli chiamato Publio Cornelio Scipione (che poi sarà detto l'Africano) il compito di risollevare le sorti della guerra in territorio iberico. Questi scelse di colpire Cartagena, deposito importantissimo per i cartaginesi dove si concentravano quasi tutte le loro ricchezze, ritenuta però una città imprendibile perché difesa su due lati dal mare e su di un lato dalla laguna. Scipione, avendo dato l'ordine alla flotta di navigare lungo la costa fino a Cartagena, partì con l'esercito dalle foci dell'Ebro facendo in modo di giungere simultaneamente a destinazione al fine di sferrare un attacco congiunto. Appena sbarcati, i romani costruirono l'accampamento fortificato nel retroterra della palude isolando la città dal resto delle forze cartaginesi.
Elaborazione da una carta storica Wikipedia ed un'immagine satellitare di Google Earth.
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È molto interessante anche leggere i particolari dell'attacco che consentì di espugnare Cartagena, ma sarebbe fuori luogo addentrarsi nei particolari in questo sito. Limitiamoci a dire che alla fine, dopo alterne fortune, la mossa vincente fu quando Publio Cornelio Scipione diede l'ordine di attaccare dalla palude: aveva scoperto che in specifiche condizioni di orario e di vento, le acque si ritiravano diventando così basse da consentire l'attacco. Appena tali condizioni si presentarono, i romani andarono all'assalto da nord armati di scale e vinsero le difese che, da quella parte considerata imprendibile, erano minime.
Videoclip della rievocazione dell'attracco e dello sbarco delle navi romane.
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Le rievocazioni previste per la giornata di oggi sono: lo sbarco dei romani dalle navi che avevano occupato il porto (vedi il breve filmato sopra) e le trattative con alcune tribù locali al fine di allargare il ventaglio di alleati contro i cartaginesi. Così, alle diciotto, cominciamo a prendere posto lungo le banchine nel punto più vicino possibile allo "spettacolo". Ci dicono che la finzione rievocativa prevede l'arrivo di un rimorchiatore che simula l'intera flotta il quale, dopo l'attracco, sbarcherà tutte "le genti", rigorosamente in costume, coinvolte nell'evento le quali, una volta completato lo sbarco, prenderanno posto intorno ad un palco approntato alla bisogna sul quale avverrà la recita (in spagnolo) riguardante le citate trattative con le tribù autoctone.
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Album fotografico - click - "Sbarco romano a Cartagena" - istruzioni -
Finita la rappresentazione, il programma prevede che le “forze schierate” attraversino il centro città sfilando in parata per le vie. Noi, che ci siamo informati per tempo su quel che conviene fare, siamo pronti per portarci, a passo veloce, in un punto strategico dove riusciremo a vedere tutti in prima fila. Il piano prevede poi di ripetere il trucco due o tre volte per vedere lo spettacolo del loro passaggio con diverse prospettive.
Dopo la rappresentazione, la gente defluisce lentamente ed anche la parata ci mette un bel po' a partire: abbiamo così tutto il tempo di andare a scegliere la migliore posizione ed attendere lì il passaggio della sfilata. L'atmosfera ci coinvolge soprattutto per la sua "schiettezza". Le strade sono piene di famiglie con tanto di bambini al seguito; questi ultimi, soprattutto, sono piuttosto eccitati dalla festa. Non è raro vedere l'intero nucleo di "padre, madre e prole" tutti vestiti da antichi... Ora, per la maggior parte di questi, non saprei dire di quali antichi stiamo parlando... Elmi romani si mischiano ad elmi greci del periodo miceneo, uomini vestiti da galli, con tanto di corna e pelli al posto dei vestiti non mancano... Insomma, il pubblico partecipa con grande entusiasmo e questo è quel che conta. Quando infine è il turno della sfilata ufficiale, dopo i primi vestiti da romani, anche questi, più che altro fanno folclore. Ma va bene così: rimane comunque una festa meravigliosa tra gente generosa che mostra tutta la propria voglia di stare insieme.
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Album fotografico - click - "Sfilata dei romani" - istruzioni -
Un gruppetto si stacca dal resto della “compagnia” e, mentre gli altri dietro segnano il passo (il che vuol dire far finta di marciare senza avanzare) loro approntano uno spettacolo al volo. Hanno un carro addobbato e gli girano intorno danzando e mimando chissà quali gesta di eroi. Il filmato che segue, che riguarda solo una piccola parte dello spettacolo, ho la speranza che possa dare almeno un'idea di quel che accade. L'elemento più curioso in questa rappresentazione è il fuoco che, maneggiato abilmente, è capace di trasportarci con l'immaginazione a quei tempi lontani.
Giocare col fuoco, qui a Cartagena durante la sfilata, è cosa "buona, simpatica" e non pericolosa.
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La sfilata, i giochi, l'eccitazione della festa... Tutto finisce sfumando a tarda notte. Quando decidiamo di tornare in albergo è molto tardi, ma si sente ancora qualcuno in lontananza che non vuole smettere di festeggiare. È stato molto bello. Soprattutto ci ha colpito la grande partecipazione popolare: non sembra un'attrazione turistica... Ma piuttosto qualcosa che gli abitanti del luogo fanno per se stessi. Comunque domani abbiamo ancora da fare i turisti... Abbiamo tutta la giornata a disposizione prima di rientrare. Per arrivare alla barca da qui occorre poco più di un'oretta... Ce la prenderemo comoda.
L'indomani ci svegliamo soddisfatti per come sono andate le cose: la giornata di ieri è stata piena di attrazioni, curiosità e... perché no... momenti di vero divertimento. Abbiamo fatto festa anche noi insieme alla gente di qui. Le nostre paure di non riuscire a trovare posto in prima fila per assistere a questo o a quell'evento sono state superate dai fatti: è andato tutto decisamente bene... Ed oggi c'è il sole... Una bella giornata di sole... Una rapida colazione e siamo già in strada.
La baia di Cartagena vista da sopra le mura (Elaborazione da una foto disponibile in internet).
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A titolo illustrativo, la foto sopra mostra la baia di Cartagena come appare oggi vista da sopra le mura che costeggiano tutto il molo centrale dove si affaccia la città. Guardando la foto sopra, si osservi il passaggio banchinato che porta alla nave: alla sua sinistra, in fondo, quel parallelepipedo in vetri scuri è il “Real Club de Regatas de Cartagena” che gestisce il bacino alla destra del passaggio. L'altro bacino, quello alla sinistra, è gestito da una società privata.
Facciamo a piedi un ampio giro panoramico per far passare il tempo... Siamo diretti all'anfiteatro romano; vi si accede attraverso un museo e l'apertura è alle ore 9. Quando arriviamo, comunque, è ancora presto e siamo costretti ad attendere alcuni minuti: Bene!... Entreremo per primi, magari da soli e ci godremo lo spettacolo dell'anfiteatro tutto per noi.
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Album fotografico - click - "Anfiteatro romano" - istruzioni -
La prossima tappa ci porta a visitare le antiche terme romane. Visto che i romani costruivano sempre le città secondo un unico schema, ovunque esistano resti di un'antico insediamento risalente a loro si trovano, tra le altre cose, anche le terme. Naturalmente, a seconda dell'importanza del sito e della popolazione a quel tempo, queste risultano più o meno estese e ricche.
Dobbiamo dire che queste terme sono proprio piccoline... Almeno per quello che abbiamo visto in giro fino ad oggi. Nelle colonnine esplicative, leggiamo che non necessariamente la gestione, all'epoca, fosse affidata alla pubblica amministrazione. È possibile anche che fossero dei privati che operavano in concessione. Le foto che seguono danno un'idea di quel che c'è da vedere; anzi, la prima di queste, offre una ricostruzione di come dovesse apparire lo "stabilimento" quando era regolarmente in funzione.
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Album fotografico - click - "Terme Romane" - istruzioni -
Sappiamo bene che a Cartagena quel che rimane degli antichi splendori è ben poco. Abbiamo visitato il teatro romano e le terme: entrambe le visite confermano la relativa povertà dei resti... Non abbiamo interesse a visitare a tappeto ogni "sasso antico" che spunta dal terreno, anzi, facciamo una scelta: andremo ancora a vedere gli scavi del tempio chiamato "Augusteum" e quelli di una casa romana... Entrambi i siti si trovano sotto palazzi attualmente abitati. Si entra come in un museo e poi, attraverso delle scale, si passa alle cantine... Voglio dire agli scavi che ne occupano il posto. Quindi adesso ci rechiamo all'Augusteum, ovvero, un antico tempio di epoca imperiale destinato al culto dell'imperatore.
Spendiamo due parole su questo sito. Anzi, approfittiamone per collocarlo opportunamente nella realtà della sua epoca. Dobbiamo tenere bene a mente che a quei tempi Cartagena era uno scalo incredibilmente importante nell'ambito dei "traffici" interni all'impero romano (movimentazione delle merci e relativo commercio, attività vitali per Roma). Da qui partivano soprattutto tonnellate di sparto (erba resistente e filamentosa originaria della Spagna meridionale con la quale costruire corde e tessuti speciali), di garum (una pasta di pesce molto usata nell'alimentazione), di sale (proveniente dalle saline del Mar Menor) e di minerali (...come il piombo e l'argento che si estraevano nelle colline intorno a Cartagena). L'Augusteo, all'epoca, era situato nell'angolo nord-orientale del "foro romano" (il cuore dell'attività commerciale e "forense"). Quindi era circondato da edifici quali i tribunali, i centri amministrativi, i centri commerciali, etc. L'Augusteo era un punto di forza nell'attività di propaganda del regime finalizzato ad assicurare la propria perpetuazione: fungeva da centro culturale e religioso... Nell'ambito del culto per l'imperatore visto come una divinità.
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Album fotografico - click - "Augusteo a Cartagena" - istruzioni -
Beh!... Non possiamo dire d'esser delusi. La visita all'Augusteo non è stata diversa da quanto ci aspettassimo. Ma se anche queste rovine sono poca cosa per il turista di passaggio, sono al contempo anche importanti testimonianze che contribuiscono al “puzzle” ricostruito dall'archeologia per poter conoscere la verità storica oggettiva di Cartagena.
A questo punto, dirigiamo verso la "casa della fortuna", ovvero la casa romana che abbiamo tra le visite in programma questa mattina.
Ricostruzione dell'abitato di Cartagena in epoca romana (visita alla casa della Fortuna).
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Alla “Casa della Fortuna” è esposta un'immagine creata dagli studiosi contenente la ricostruzione di come doveva apparire la città di Cartagena all'epoca (foto sopra). Con riferimento a questa, facciamo qualche considerazione. Innanzitutto, a nord dell'abitato compare ancora il "famoso" stagno dal quale è arrivato l'attacco vincente ad opera di Publio Cornelio Scipione detto l'Africano. Ai giorni nostri, tutta l'area interessata è completamente interrata ed abitata. Seconda osservazione: si vede il tracciato delle mura e la collina (sulla destra) dove oggi c'è il castello. Terzo punto: possiamo avere un'idea delle dimensioni dell'agglomerato urbano facendo i dovuti paragoni con il teatro che compare, ben in vista, in primo piano. Quarto: dato che il teatro ha un orientamento "quasi" Nord-Sud, le banchine ed i magazzini del porto erano nella parte Ovest, fuori le mura (dove oggi c'è il porto militare).
In generale poi, gli archeologi ci dicono che nella parte occidentale, dentro le mura, si concentrava la maggior parte degli "edifici pubblici", mentre, nella parte orientale c'erano quasi esclusivamente abitazioni. L'architettura delle costruzioni private si rifaceva, a parte qualche particolare, ai canoni romani: ve ne erano di tipo "insula", "domus" e "villa". Una tra le "domus" dell'epoca è stata scoperta e portata alla luce recentemente: "La casa della fortuna". Questa casa fu costruita verso la fine del I° secolo A.C. durante il naturale processo di urbanizzazione dopo che la città fu dichiarata "colonia" nel 54 A.C. Ci sono tracce di rifacimenti e ristrutturazioni risalenti al I° secolo D.C. e rimase abitata fino alla fine del II° secolo D.C. quando fu abbandonata e cominciò ad andare in rovina. Durante gli scavi, lavorando in una sala di fronte alla porta di servizio, venne alla luce l'iscrizione augurale "Fortuna Propitia"; da qui il nome attuale della casa.
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Album fotografico - click - "Domus Fortunae" - istruzioni -
Usciti dalla “Domus Fortunae” ci guardiamo l'un l'altro... La pensiamo allo stesso modo: tutte le rovine romane che abbiamo visto nella mattinata, sono proprio degli “antichi resti”... È rimasto proprio poco. Comunque “bravi” gli spagnoli: hanno tirato fuori un minimo di attrazione dal niente. Certo, questo vale per dei turisti; ci rendiamo conto che per gli storici o per la stessa archeologia che si è incaricata di ricostruire la Cartagena d'epoca romana, queste rovine hanno un valore immenso... Un valore che siamo in grado di cogliere.
In fondo, quanto ho scritto finora è un riassunto di quello che abbiamo letto sul posto. Infatti, bisogna dire “bravi” anche per questo: i siti, poveri di resti, sono invece ricchi di informazioni ben illustrate con disegni, ricostruzioni, fotografie e quant'altro si possa immaginare al fine di renderle fruibili per tutti coloro che hanno interesse a capire quanto si sia realmente scoperto fino ad oggi.
Passeggiando tranquillamente, ci dirigiamo verso il mare: siamo diretti al Museo di Archeologia Marina, ultima visita della giornata, che si trova al "Paseo Alfonso XII", praticamente sul lungomare di fronte alle mura davanti al porto
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Album fotografico - click - "Al Paseo Alfonso XII" - istruzioni -
Raggiunta Plaza Ayuntamiento, non possiamo sottrarci alla tentazione di scattare ancora una foto a questo bel palazzo che fa un figurone sia per la sua architettura elaborata che per la posizione: un bel municipio!
Da qui dirigiamo sulle banchine del porto dove ieri sera è avvenuto “Lo sbarco dei romani”. Sappiamo che alle 11:00 è prevista una manifestazione: “la battaglia navale”. Infatti, troviamo le due flotte che si preparano allo scontro: sono due barche, una rossa ed una gialla, con equipaggio di ragazzi, che si sfidano in una regata a remi che simboleggia lo scontro... E quest'anno vinceranno i romani. Dopodiché ce ne andiamo avanti verso il museo. Le foto che seguono danno un'idea di quel che vediamo.
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Album fotografico - click - "Museo Archeologico Marino" - istruzioni -
La visita al Museo di Archeologia Marina chiude in bellezza le visite programmate per il mattino. È un po' tardi e non abbiamo voglia di andare in giro a cercare un ristorante che ci ispiri abbastanza da tentarci... Faremo così: adesso andiamo a vedere di “sgranocchiare” qualcosa al baretto del Club Nautico qui di fronte, poi torneremo alla nostra amata barca e questa sera ceneremo al nostro Club... Ci manca molto
Rientrati al Real Club Nautico Torrevieja e sorseggiamo una sangria come aperitivo per la sera.
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In effetti il viaggio di ritorno è un piacere: è incredibile come sembri di ritornare a casa... Ritroviamo le strade a noi così familiari e poi il nostro marina... Tutti ci salutano e qualcuno ci chiede se rientriamo dall'Italia. La barca è a posto ed in pochi minuti, tiriamo fuori i cuscini e quant'altro serve per la quotidianità della vita a bordo. Quando tutto è tornato “normale” ce ne andiamo a fare una doccia e ci prepariamo per la serata. È un po presto per la cena... Ma è il momento giusto per un aperitivo serale che crei le condizioni ideali per gustarci questo momento ripensando al viaggio dell'in Andalusia appena concluso.
Ci sentiamo rilassati... Un relax da gustare, senza noia. Infatti, aspetteremo che la voglia di un altro viaggetto ci “cresca dentro” e poi forse partiremo per Valencia e dintorni. Abbiamo già le nostre idee... Ma per ora gustiamoci il rientro.