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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

Rotta del July da Paleokastritsa a Gaios, nell'isola di Paxos.

Abbiamo ricordi incredibilmente belli di quella sosta a Paxos. Era nel 1993 ed avevamo appena comprato la barca nuova: ci eravamo spinti fino alla Grecia che non avevamo mai visitato prima. A bordo con noi c'era nostro figlio Marco con un suo amico ospite a bordo. Paxos ha tutte le caratteristiche della tipica isola greca: un'isola con un paesino sul mare che inizia e finisce sul litorale banchinato dove è possibile ormeggiare subito di fronte alle case, i bar, i negozi e le taverne. La foto qui sotto è in realtà uno strappo alla regola. Non è stata fatta in questo viaggio, è un ricordo del 1993.

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Fine

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Da Porto Spilia a Rodi Garganico

Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Navigation

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…Ed eccoci di nuovo in navigazione. La mattina del 31 del mese di Luglio molliamo gli ormeggi a Porto Spilia per dirigere a Levkas, cittadina sul canale che consente di evitare la circumnavigazione dell'omonima isola per poi trovarsi in mare aperto liberi di dirigere verso Nord.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                          (immagine satellitare 1)

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Foto dai nostri itinerari

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Vai a consultare il meteo

bussola

Rotta di AURORA da Meganisi a Levkas (sul canale).

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Il meteo è buono ed il mare è piatto: muoviamo a motore nella calma più assoluta. Quando imbocchiamo il canale sono circa le nove e mezza del mattino e procediamo a sei nodi senza che la cosa ci faccia alcun effetto… si perché ormai abbiamo fatto il canale molte e molte volte ancora prima di adesso. La prima volta fa un grande effetto… ma poi non più.

Arrivati a “Levkas-town” troviamo molti posti liberi nei nuovi pontili galleggianti; sono pontili installati dalle società di charter ma, dal lunedì al giovedì, i posti liberi sono “occupabili”. Passano poi degli “esattori” comunali per farsi pagare la sosta. Acqua e luce sono teoricamente disponibili, ma in pratica bisogna andare a terra in un ufficio per chiedere l'allacciamento e finisce con l'essere di fatto una “seccatura”: non ho visto nessuno prendere la corrente.

Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

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Una bella foto di Margherita che la ritrae su un ponte caratteristico a Levkas.

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Siamo ben consapevoli che Levkas per noi sarà solo una sosta tecnica: la conosciamo bene e non faremo certo del turismo. Facciamo due passi e ne approfittiamo per fare una visita al supermercato che qui non è lontano dalla banchina dove abbiamo ormeggiato AURORA.

Una birretta nel secondo pomeriggio, come d'abitudine, non ce la neghiamo e mangiamo anche in un ristorante la sera, ma lo facciamo solo per passare il tempo: prezzi cari, ma in modo assolutamente ingiustificato. Come quasi dappertutto ormai, nella Grecia che frequentiamo noi, hanno perso il "senso del denaro", voglio dire che pretendono prezzi sempre maggiori senza offrire una qualità adeguata. Ormai, mediamente, si spende come in Italia, ma per la qualità non ci siamo proprio…

Sono convinto che non ne abbiano consapevolezza.

La mattina dopo comunque, come da programma, alle otto meno venti del mattino, salpiamo per imboccare l'apertura del ponte delle otto in punto.

Passaggio del canale di Levkas per poter procedere verso l'isola di Paxos.

Video

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 ( istruzioni )

Siamo puntuali e ci mettiamo in fila in attesa che apra il ponte: abbiamo quattro barche davanti a noi e sicuramente molte di più dietro di noi. Alle otto in punto, sentiamo suonare la sirena che annuncia l'apertura del ponte. Il ponte è formato da una chiatta dotata di due ponti levatoi come quelli dei traghetti. L'idea è che le dimensioni sono state determinate apposta per fare questo “lavoro”: la chiatta sul ponte ha un vero e proprio tratto di strada asfaltata e le auto transitano su questa chiatta che ne consente il passaggio. Al momento dell'apertura, i ponti elevatoi si alzano e la chiatta ruota su se stessa aprendo un passaggio sull'acqua per le barche.

 

Al via, tutte le barche muovono al minimo in fila indiana entrando nella strettoia da ambo le parti (i due sensi di transito). A questo punto, una barca di greci subito dietro di noi che ovviamente considerano tutti “imbranati” e pensano che “loro sarebbero capaci di andare anche più veloce di così”, accelera per sorpassarci sulla destra.

Il problema è reale: la chiatta addossata su una sponda riduce l'ampiezza del canale e prudenza vuole (ma anche un'ordinanza…) che si avanzi contemporaneamente a velocità ridotta nei due sensi di marcia. Se consentissi al “furbetto” di affiancarmi per il sorpasso, mi troverei a “sandwich” in mezzo fra due barche che avanzano in senso opposto e rimarrei in balia della loro capacità o incapacità di navigare non potendo più far altro che sperare fintanto che la manovra non fosse finita. Fino a pochissimi anni fa, non esistevano barche da diporto greche in Grecia e quelle che ci sono ai giorni nostri (troppe) sono in mano a persone molto spesso di poca esperienza: appena mi accorgo della manovra, reagisco all'istante accelerando decisamente e "tagliando la strada" in modo “molto deciso”.

Il resto si può ascoltare direttamente “in lingua” nel video sopra.

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Appena fuori da ogni strettoia, metto in rotta verso Paxos e sono il quinto di una fila di barche a vela che vanno tutte a motore. La prima è una barca molto grande… penso che navighi almeno ad otto nodi. Il resto della fila presto si sgrana ed AURORA prende la seconda posizione che terrà fino all'arrivo. Siamo tutti diretti a Paxos.

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…in passeggiata dopo cena a Paxos.

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Nonostante i nostri timori (Paxos può essere infernale nel mese di Agosto), facciamo una bella sosta tranquilla e senza stress. Le attività sono sempre un po' le solite: un lungo bagno nel pomeriggio, un aperitivo prima di cena e ristorante la sera per vedere cos'è cambiato dalla nostra ultima volta.

Una bella passeggiata conclude infine la giornata.

 

Stiamo due giorni a Paxos ed il giorno 3 del mese di Agosto partiamo per Sìvota. Siamo già stati a Sìvota una volta in passato, ma oggi è cambiato tutto. Il porticciolo è diventato un marina gestito da privati e, nonostante sia pieno di posti liberi, per un qualche motivo che non è dato conoscere, noi non possiamo entrare. Il "comandante" del porto, l'harbour master, per bontà sua, decide di darci comunque una sistemazione mettendoci di poppa in banchina sull'ancora sul lato ESE del porto. Non è un bel posto e la località non ci piace… così il giorno dopo ci trasferiamo a Platarìa dove siamo riusciti a prenotare. Questa volta ci sistemano “come Dio comanda” all'interno del porticciolo anche se ci avvertono: “non potete stare per più di tre giorni… sono le regole del posto”.

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Il porticciolo di Platarìa al tramonto: AURORA è una delle barche di cui vediamo gli alberi al centro della foto.

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Sebbene la barca sia ben ormeggiata ed acqua e corrente non manchino tra i servizi, Platarìa, come Sìvota del resto, sono località poco attraenti. Sono frequentate d'estate da qualche anno solo a causa della pesante penuria di posti barca in piena stagione: ci si viene quasi per "disperazione".

Nonostante ciò, i prezzi di ristoranti e di generi alimentari sono molto alti e, come al solito, lo sono senza una ragione plausibile… lo sono e basta.

 

Noi siamo combattuti tra la necessità di far passare il tempo (siamo attesi in Italia al nostro posto prenotato per il prossimo invernaggio per il 1° di Settembre) e la voglia di proseguire a causa della scarsa attrazione che esercitano su di noi le località che tocchiamo.

 

Alla fine però… ne abbiamo abbastanza: decidiamo di andarcene ad Erikoussa, un'isoletta che ben conosciamo e che ci piace molto. Si tratta dell'ultima meta possibile prima di rientrare in Italia… ma almeno sappiamo che è molto carina… una località degna della chiusura di questa stagione in Grecia. Non andremo però direttamente ad Erikoussa; lungo la “strada”, vogliamo fermarci a Kassiopi, un “micro-porticciolo” sulla costa Nord di Corfù… una località che non conosciamo.

 

Così, alle prime luci del 7 Agosto, AURORA salpa in direzione di Kassiopi, dove arriviamo a fine mattinata dopo un viaggio a motore e senza vento.

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AURORA all'ormeggio nel porticciolo di Kassiopi.

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Kassiopi doveva essere carina fino a qualche anno fa… una piccola località poco toccata dal turismo che, quando diventa dominante, è in grado di rovinare tutto ciò che tocca. Intendiamoci.. Kassiopi è anche carina, pur non essendo niente di speciale: un tempo, sapeva sicuramente farsi apprezzare per la sua quiete e la sua modestia. Ormai, ai giorni nostri, c'è troppa gente dappertutto e prezzi alle stelle: ci rimaniamo una sola notte e scappiamo… anche perché il porticciolo non è protetto e si “balla” continuamente. Comunque, qui sotto una piccola galleria fotografica documenta la nostra sosta a Kassiopi.

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Sosta a Kassiopi.

( istruzioni )

album fotografico

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Il giorno 8 di Agosto quindi, finalmente, partiamo con destinazione Erikoussa. L'isola è molto bella ed era letteralmente sperduta fino a pochi anni fa… vedremo… speriamo che nel frattempo non si sia rovinata del tutto.

La giornata è di bel tempo ed il mare è bello, tuttavia procediamo a motore contro una strana onda residua di un qualche vento che ovviamente soffia al largo, ad Ovest di Erikoussa.

Per fortuna abbiamo prenotato il posto barca: per farlo ho utilizzato un'apposita App sullo smartphone (come occorre fare “assolutamente” ai giorni nostri se si vuole riuscire nell'intento).

Infatti, arriviamo prima di pranzo e siamo subito accolti senza “discussioni”: due “marinai” ci aiutano ad ormeggiare e si offrono loro stessi di allacciarci ad acqua e luce.

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Cena ad Erikoussa.

Rimaniamo quattro giorni in sosta ad Erikoussa e dobiamo dire che, per quanto in fondo il soggiorno si riveli gradevole, l'isola che ricordiamo, l'angolo sperduto di paradiso terrestre, praticamente non esiste più. Ogni sera assistiamo al riempimento del porto fino all'inverosimile, ma anche ad alcune imbarcazioni che, non avendo prenotato, si vedono rifiutare l'ormeggio. Anche l'ampia rada prospiciente il porto è piena di barche all'ancora (con relativa attività del vai e vieni dei gommoni che portano a terra la gente).

Anche le attività a terra si sono moltiplicate: è nata una boutique di abiti femminili, un minimarket e diversi ristoranti e bar… persino una nuova strada asfaltata lungo la quale sono sorte delle nuove abitazioni.

Persino la spiaggia non è rimasta allo stato naturale: sdraio ed ombrelloni, tutto ben allineato, ne occupano l'ampia zona centrale.

Comunque ormai siamo arrivati al “gran momento”: sentiamo ormai che è ora di lasciare la Grecia ed affrontare la piccola traversata che ci porterà in Italia.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                                             (immagine satellitare 2)

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Rotta di AURORA da Kassiopi a San Foca. Al centro una proiezione ingrandita mostra l'isola di Erikoussa da dove partiamo per l'Italia.

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La piccola traversata che ci aspetta però, non deve essere sottovalutata: i venti dominanti sulla costa adriatica della Puglia spirano infatti da settentrione… da NordOvest per essere più precisi. Questo vuol dire che ce li troveremo "dritti sul naso".

Ora, se questi venti raggiungono appena i dieci nodi, si alza una maretta contraria in grado di rallentare una barca a vela che avanzi solo a motore; se invece i venti rinforzano, anche solo di poco, avanzare diventa molto faticoso con grave compromissione del “comfort di bordo”.

Noi abbiamo traversato il Canale di Otranto moltissime volte, ma sempre nella rotta da Othonoi (l'isoletta a Ovest di Erikoussa) a Santa Maria di Leuca. In quella rotta il vento da NordOvest gonfia le vele ed è di aiuto alla velocità della barca… ma andare a San Foca è tutta un'altra cosa: dobbiamo attendere il giorno giusto per fare una traversata confortevole.

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Il giorno giusto arriva dopo quattro giorni di sosta nell'isola di Erikoussa. È troppo presto per andare in Italia adesso… o almeno, è troppo presto rispetto ai nostri programmi ed alle date sul contratto che abbiamo stipulato col Marina Di Rodi Garganico (ci aspettano per il primo di Settembre).

Ma la verità è che siamo anche un po' stufi di questo caldo: quest'anno, per la prima volta dopo tanti anni di vacanze in barca, abbiamo sofferto il caldo quasi sempre per tutta l'estate. Una semplice telefonata al marina e ci rassicurano subito: “venite quando volete… il vostro posto è pronto ed è a vostra disposizione in qualunque momento… non dovete assolutamente crearvi problemi… vi aspettiamo”.

La mattina del 12 Agosto AURORA salpa per San Foca con previsioni meteo sufficientemente buone per il “tratto di mare” che intendiamo affrontare: avremo poco vento ma contrario e un pochino d'onda sul naso… Ma sappiamo che AURORA è “tosta” e non dovremmo incontrare problemi.

AURORA traversa il Canale di Otranto con mare buono… ma contrario.

Video

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 ( istruzioni )

Infatti, come mostra il video sopra, troviamo le condizioni previste dal meteo. Anche AURORA, come previsto, nonostante vento e mare siano contrari (ma molto moderati) viaggia a buona velocità.

Arriviamo a San Foca verso le quattro del pomeriggio e, visto che il posto era stato prenotato, ci sistemano subito. San Foca non è un posto attraente… c'è una grande spiaggia superaffollata e piena di sdraio ed ombrelloni. Abbiamo girato per un'ora cercando un ristorante che ci ispirasse per la sera, ma alla fine abbiamo cenato in barca. Che dire?… L'indomani siamo partiti per Brindisi.

 

Il tratto di mare che ci separa da Brindisi è di sole 32 miglia che facciamo tutte a motore con poco mare e poco vento sempre contrari. Quando arriviamo a Brindisi, ormeggiamo al Marina (abbiamo prenotato) non lontani dalla barca di Mario, un caro amico che qui ha il posto annuale.

 

La cosa non è affatto casuale: siamo rimasti in contatto con Mario sin da quando ci siamo lasciati il giorno della partenza da Karlovasi, nell'isola di Samos (click). È stato molto bello passare una serata tra amici: siamo andati a cena tutti insieme in un bel ristorante al centro di Brindisi a "fare festa" per l'occasione.

 

L'indomani, “a prima mattina”, lasciamo Brindisi per risalire la costa fino a Monopoli: siamo riusciti a trovare posto alla Lega Navale e la cosa ci riempie di soddisfazione. Voglio dire che la LNI è un'antico “amore” che ho sin da ragazzo, quando ero "socio attivo" alla Lega Navale di Rapallo… bei tempi.

 

Infatti, arriviamo a Monopoli poco prima dell'ora di pranzo (pranzeremo in barca) e troviamo subito un'accoglienza familiare… alla lega ci si da tutti del “tu” e l'educazione e la gentilezza sono d'obbligo per tutti. La cosa interessante che veniamo a sapere dal “nostromo” è che quel giorno Monopoli è in festa: si celebra lo sbarco della Santa Icona Della Madonna Della Madia.

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storia in pillole animata
madonna della madia

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Madonna della Madia (icona)

L’approdo della Madonna

da una storia narrata in un sito popolare


Romualdo (1077-1118) fu il Vescovo che riuscì ad ottenere l’autonomia della cattedra episcopale di Monopoli la quale, non più suffraganea di Brindisi, fu poi direttamente soggetta alla Santa Sede (la concessione fu del papa Urbano II con Bolla del 1091).

Dal 1107, con il sostegno del Conte di Conversano Roberto, il vescovo diede avvio alla costruzione dell'attuale Basilica romanica che ingloba nelle fondamenta quella originaria paleocristiana, a sua volta sorta sui resti di antichi templi pagani.

Romualdo fu anche il Vescovo a cui la tradizione popolare lega l’evento miracoloso della Madia, la zattera che approdò nel 1117 sul litorale monopolitano, sorreggendo l’icona della Madonna ("madia" veniva chiamata in dialetto popolare locale la zattera).

All'epoca si viveva intensamente il problema dovuto al fatto che non si sapesse come reperire alcune travi mancanti per il completamento del tetto della Basilica in costruzione. Le travi della zattera servirono per completare il soffitto della Basilica in costruzione ed i fedeli gridarono al miracolo.

All'alba del 16 dicembre, su una zattera, comunemente detta Madia, arrivò al porto un'icona bizantina raffigurante la Madonna Odigitria ( odigitria = colei che guida nel cammino).

Il vescovo Romualdo accorse insieme al popolo monopolitano per collocarla nella Chiesa Cattedrale, dove, secondo la leggenda, le travi della zattera servirono per completare il tetto in corso di costruzione.

A partire da questo evento miracoloso la nuova Cattedrale, inizialmente dedicata ai santi Maia e Mercurio, viene  intitolata proprio alla Madonna della Madia.

Sin dall’Ottocento si decise di rievocare l’evento ogni anno all'alba del 16 dicembre, mentre nel ‘900 si aggiunse la rievocazione estiva nella sera del 14 agosto.

Il popolo monopolitano, insieme al vescovo, confraternite e autorità, il 14 di Agosto va in processione ad accogliere al porto la zattera con l'icona della Madia custodita in Cattedrale e, festoso per le vie della città, la riporta nella stessa chiesa.

 

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Nel pomeriggio ci rechiamo a vedere la cattedrale di Monopoli.

Video

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Riprendiamo allora da dove avevamo lasciato prima dell'inciso “storia in pillole” per ricordare gli eventi che sostengono i festeggiamenti odierni. Come abbiamo visto, il caldo eccessivo ci accompagna ovunque si vada in questa estate del 2024 e Monopoli non fa eccezione. Per questo motivo, nel primo pomeriggio abbiamo evitato di andarcene in giro sotto il sole. Così, verso le 17h:00' , quando ormai il peggio è passato, lasciamo AURORA al suo ormeggio e dirigiamo direttamente verso la cattedrale (foto sopra).

Approfittiamo di questo giro tra i vicoli della città storica per vedere tutto il centro ed anche per prendere informazioni sulle manifestazioni in programma. In particolare, veniamo a sapere che la processione partirà dalla cattedrale ed arriverà al mare a Cala Batteria (in porto) dove arriverà la “zattera” che commemora l'evento.

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Arrivo della “zattera” con l'icona della Madonna della Madia sostenuta da un palo in bella vista.

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Margherita, come a solito, è ansiosa di procurarsi un posto in prima fila per assistere alla bella manifestazione in programma… lei ama queste cose, mentre io, al contrario, sono molto più "freddo". La gente si accalca dappertutto ed il tempo non passa mai. Poi, dopo aver atteso per circa un'ora, compare in lontananza finalmente la zattera. La mia impazienza ovviamente non viene presa in considerazione perché, a questo punto, il corteo composto dalla zattera e da tre barche da pesca (vedi foto sopra) si muove così lentamente da sembrare fermo.

Comunque, in barba alla mia “idiosincrasia” per le manifestazioni popolari, di gente ne è venuta veramente tanta e sono tutti attenti a quel che accade. Credo che sia un momento identitario nel quale la popolazione tutta si riconosce.

Beh!… da questo punto di vista, devo dire che la festa è sicuramente un gran successo.

 

Passata la bella serata, rientriamo in barca: domattina si parte per Trani dove non c'è verso di prenotare alla Lega Navale… abbiamo allora prenotato alle banchine comunali.

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Rotta del July da Paleokastritsa a Gaios, nell'isola di Paxos.

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Il giorno dopo, a Ferragosto, riprendiamo a navigare verso Nord… dirigiamo per Trani, una meta particolare per noi. Trani è la nostra ultima tappa prima di arrivare a Rodi Garganico (al Marina che ci attende per "la lunga sosta invernale")… ma Trani è anche il luogo di nascita del nostro amico Pasquale che spesso ce ne parla con grande entusiasmo. Sappiamo inoltre da fonti terze che la cittadina è molto carina ed ha un porto con antiche mura medievali che sorgono direttamente dal mare ed una grande cattedrale, molto famosa, in bella vista proprio sulla riva.

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La nostra sistemazione a Trani è su un pontile galleggiante del “comunale”… come lo chiamano qui

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Al nostro arrivo in porto, quando ci avviciniamo ai pontili, non si vede anima viva. Di solito c'è sempre un marinaio… o comunque qualcuno di guardia col quale alla peggio si può comunque parlare. Ma a Trani a quest'ora saranno tutti a pranzo. Trovare posto qui non è facile e se poi non si conosce l'ambiente è anche peggio. Io però, visto che avevamo ferma intenzione di sbarcare, ho messo di mezzo un agente… uno di quelli che servono i grandi yacht… loro hanno le conoscenze giuste, sia delle persone che delle procedure, per portare al successo la cosa. Allora, mentre mantengo AURORA in “stand-by”, chiamo al telefono proprio lui per avere istruzioni: farà qualche telefonata e poi mi avverte…

Alla fine ci sistemiamo con nostra grande soddisfazione. Siamo su un pontile galleggiante ma il posto è bello, comodo e pulito: siamo proprio al centro dello specchio d'acqua del porto.

Dato il gran caldo ed il fatto che in giro non c'è e non ci sarà anima viva fino alle 18h:00', per il primo pomeriggio non mettiamo il naso fuori. Poi finalmente, quando ormai è sera, usciamo a fare una passeggiata ed a cenare fuori. Trani è effettivamente come ce l'hanno descritta… bellissima. Al ritorno, ormai con il buio, una foto ricordo presa mentre si rientra in barca, ci da il senso di quanto dico (vedi sotto). 

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Vista del porticciolo di Trani con, in fondo, l'antica cattedrale con il campanile che svetta contro il cielo della sera.

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Vorremmo rimanere tre giorni a Trani (…e li abbiamo anche prenotati), ma il meteo ci preoccupa: si prevede cattivo tempo a mare e per noi la cosa migliore è quella di anticipare la partenza di un giorno per evitarlo.

 

Facciamo in tempo comunque a vedere la cattedrale ed a passeggiare in lungo e in largo nei pressi del porto, ma non riusciamo a fare di più. Avremo sicuramente tempo in futuro, magari già l'anno prossimo, alla prossima stagione, quando partiremo da Rodi Garganico: potremmo fare Trani come prima tappa e rimanerci ad oltranza fino a quando non saremo sicuri di avere visto tutto quel che c'è da vedere.

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Poche foto a ricordo delle giornate passate a Trani.

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album fotografico

La mattina del 17 Agosto, abbastanza presto, AURORA esce dal porticciolo di Trani per guadagnare il largo e cominciare la navigazione che ci porterà a Rodi Garganico. Siamo consapevoli che è l'ultima tappa del lungo viaggio che ci ha portato qui dall'isola di Samos, isola greca ad un solo miglio di distanza dalle coste turche… ma abbiamo voglia di arrivare.

Ho contattato un'ultima volta il marina per avvisare del nostro arrivo e ci aspettano: come di consueto e d'uso nei marina, contatteremo la direzione via radio per chiedere il permesso d'entrata. Ma per il momento, abbiamo di fronte 54 miglia di mare da percorrere quasi solo a motore: di vento ne è previsto poco e quello che arriverà sarà sul naso.

Ancora una volta AURORA ci mostra “di che pasta è fatta”; nonostante l'onda leggera ma contraria fila a sei nodi e mezzo verso la meta.

Purtroppo però, arrivati ormai a poche miglia da Vieste, praticamente poco prima della punta del promontorio del Gargano, il vento contrario rinforza e monta un po' di mare che mette lo scafo a dura prova.

AURORA accosta a sinistra per cercare onde meno aggressive..

Video

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Ma come più volte ho avuto modo di dire, AURORA è una buona barca e ci consente di affrontare quest'ultima prova con serenità: avanziamo a cinque nodi contro un mare che avrebbe costretto il July, il nostro "mitico" July, a cercare rifugio nel posto protetto più vicino. Mi chiedo infatti cosa farei se fossimo in queste condizioni col nostro “vecchio caro Soleada 35”… probabilmente entreremmo a Vieste che è proprio qui di fronte a noi. In effetti, ci mancano quasi una ventina di miglia all'arrivo, ma avanziamo bene e questa sera dormiremo al "nostro posto" nel “nostro marina”.

Saremo finalmente a Rodi Garganico.

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AURORA finalmente può riposare in un bel posticino confortevole e sicuro.

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Quando mancano dieci miglia all'ingresso del "nostro Marina" il mare si placa rapidamente: in un attimo si arruffa ed in un attimo si calma… il mare è così.

Per noi però è un sollievo: la navigazione si fa confortevole e noi abbiamo l'opportunità di riassettare la barca per prepararci ad entrare in porto. Quando siamo nei pressi dell'imboccatura, chiamo il marina via radio e ricevo le istruzioni per andare all'ormeggio. Il personale gentilissimo ci accoglie ed in un attimo siamo davanti all'ormeggio… al nostro posto… al posto a noi riservato (foto sopra) "a fianco di MAUPITI, la barca di Paolo ed Elisabetta che dovrebbero arrivare fra un paio di giorni… siamo a casa. Andando all'ormeggio e sfilando lungo le fiancate di MAUPITI ho proprio la forte sensazione di essere arrivato: è da circa un anno che con gli amici progettiamo di mettere le nostre barche affiancate qui a Rodi Garganico e questa manovra di attracco sintetizza proprio la conclusione di questo progetto che viene da lontano.

Così si conclude il lungo viaggio di questa stagione (oltre mille miglia) e così si conclude il nostro racconto su questo sito per quest'anno.

Siamo in Italia.