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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
Fino a San Vito Lo Capo
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Quest'anno abbiamo cercato di fare un buon check-up al nostro amato July: abbiamo passato quasi un mese a terra nel cantiere “Porto Vecchio Service” di Crotone dove la barca ha passato in secca tutto l'inverno. Il proprietario, Elio Balzano, lo avevamo conosciuto in occasione del nostro passaggio nel 2010, quando, partiti dalla Tunisia il 28 di marzo, stavamo andando ad esplorare la Grecia Ionica per preparare il viaggio dell'anno successivo. Elio è un personaggio. È sempre sorridente ed affabile e riesce a guidare la sua squadra con naturalezza e senza sbavature. In un mese non ho mai assistito a controversie o lamentele ed ogni volta che mi sono rivolto a lui per qualche problema, ha capito al volo le mie esigenze e le relative implicazioni proponendomi una soluzione che ha sempre funzionato. Grazie Elio. Ormai dirigeremo verso altri lidi, in Spagna, ma quando ritorneremo in Italia ci rincontreremo ancora.
Foto dai nostri itinerari
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Una foto del cantiere "Porto Vecchio Service" presa dal lato strada. Il July si vede in fondo.
Così, finalmente, il 2 maggio 2015 siamo in acqua. Dobbiamo controllare ogni cosa per verificare che tutto vada bene: abbiamo cambiato alcune prese a mare e la stessa cuffia sull'asse motore. Non vogliamo trovare a sorpresa pesci a bordo!... Ma tutto funziona a meraviglia e noi cominciamo a rilassarci. Siamo scesi a mare di pomeriggio. Passeremo una notte qui, nel porto commerciale di Crotone, davanti al cantiere... Ma Margherita, anche se debolmente, si lamenta.
“E' un mese che vado su e giù dalla scala per salire e scendere dal July in secca...” - dice - “Di scale non ne posso più”. Qui in acqua, le banchine sono così alte che, se Elio non ci avesse prestato una scala, non avremmo potuto salire e scendere dalla barca.
Così, mentre la cara mogliettina si appresta a salire in barca, con una certa sorpresa, si accorge della novità. La scala non è più quasi verticale come prima, anzi, è quasi orizzontale. Inoltre, appoggia sul July, quindi, quando ci si sale sopra, il peso fa allontanare la la barca dalla banchina generando una certa apprensione. Il problema comunque è solo psicologico e nessuno fa il bagno.
Quindi, una volta effettuate tutte le verifiche, salutiamo e dirigiamo verso la passeggiata. Questa sera mangeremo fuori e domani andremo al marina nel porto vecchio qui a fianco. Faremo un giro di 3 o 4 miglia: tanto per vedere se tutto "gira" bene. Faremo all'ormeggio gli ultimi preparativi prima di partire.
Infatti, il mattino seguente di buon'ora, decidiamo di mollare le cime...
C'è un problema. È domenica ed il cantiere è chiuso. Noi dobbiamo restituire la scala... Ma se la rimetto a posto da solo, poi non posso risalire in barca. Devo trovare qualcuno che mi dia una mano... Ma qualcuno che sia all'interno del cantiere, non un esterno. Trovo una coppia di americani che stanno lavando un bel catamarano. Mi rivolgo a loro in italiano spiegando il problema in due parole: ha capito... Ma mi risponde "scusi, non parlo italiano". "Nessun problema" - dico io - "parliamo in inglese". Gli rispiego tutto e lui ribatte che purtroppo non ha la chiave per uscire e prendere la scala... Gli dispiace. "Nessun problema" - ribatto - "La chiave ce l'ho io". Poi, sempre più debolmente, mi fa notare che soffre alla schiena e non può sollevare pesi. Gli faccio presente che sono scale speciali in alluminio, superleggere... Anch'io non posso portare pesi e non ho problemi... Allora si decide a venire. E' fatta. Forse salpiamo.
La prova in mare è entusiasmante. Accelero ed il motore va benissimo: il July vola. Ho fatto fare un check-up completo al motore... Roba seria. Era tanto che volevo farlo. Ma in Grecia ed in Turchia non mi sono fidato. Qui a Crotone, quando ho chiamato gli amici della Lombardini Marine, mi hanno detto che hanno dei meccanici affiliati: La "Nautica Fiorenza". Bravi! Hanno fatto un buon lavoro. Hanno sbarcato il propulsore e lo hanno portato in officina. E' stato effettuato un controllo completo con revisione di pompe ed iniettori e sostituzione precauzionale della cinghia di trasmissione. Infine lo hanno provato al banco... Ben fatto!
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ilviaggiodeljulymail@gmail.com
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Una foto del July al marina nel porto vecchio di Crotone. Qualche lavoretto prima di partire...
Dopo la prima prova a mare durata circa quaranta minuti, il July ormeggia alla banchina galleggiante in fondo a Porto Vecchio (vedi foto sopra). Siamo molto contenti. Se non si ha un'esperienza diretta, nessuno riesce ad immaginare quale sia la differenza tra stare in secca e stare in acqua. Abbiamo ancora diverse cosucce da fare... Vorrei fare le cose con calma (eterna illusione...).
Margherita, dopo poco, comincia a fremere: vuole partire. Dopo soli due giorni di sosta, mi convince alle otto del mattino a mollare gli ormeggi: destinazione Le Castella (18M). Così, mentre lei insegue il responsabile di banchina per pagare, io imbarco due taniche di gasolio. Abbiamo il serbatoio a due terzi dall'anno scorso e con queste facciamo il pieno. Alle dieci del mattino molliamo le cime e partiamo. Una navigazione di quasi venti miglia. Una volta doppiato Capo Rizzuto ed entrati nel Golfo di Squillace, Le Castella sarà li a due miglia. Ancora un test, ancora tutto bene. Il mare si mantiene calmo per tutto il viaggio. Siamo partiti con una certa foschia, ma niente di più. Dopo una decina di miglia, circa due ore di navigazione, il cielo si è schiarito. Una volta arrivati, abbiamo trovato posto in banchina. Un nostro amico, rimasto a Crotone, ci ha detto al telefono che poco dopo la nostra partenza, in zona si è alzata una nebbia da tagliare con il coltello. Era già successo il giorno prima e quello prima ancora. Comunque, conosciamo bene Le Castella; così, dopo una sosta senza storia "tutto relax" (a parte il gran caldo), alle sei del mattino del giorno dopo salpiamo per Roccella Ionica. Sarà l'ultimo test... Quello definitivo. Ci facciamo cinquanta miglia tutte a motore a "forte andatura". La barca viaggia veloce ed alle due del pomeriggio siamo già in porto (foto sotto). Resteremo qui qualche giorno... Passeremo lo stretto di Messina per andare ad Ovest, attenderemo vento favorevole.
Il July a Roccella Ionica il giorno dopo il nostro arrivo.
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Qui a Roccella siamo già stati nel 2010: conosciamo tutto e tutto è rimasto com'era... O quasi. Se si vuole, si può andare a curiosare nella web-page del 2010 con un - click -
In verità qualcosa è cambiato: adesso c'è una gestione privata dell'intero scalo... Lo definiscono un marina. In realtà tutto è rimasto esattamente come ce lo ricordiamo. Solo il prezzo è cambiato... Hanno realizzato una piccola brochure che prima non esisteva e il gioco è fatto. Ma a noi va bene così. Conosciamo come vanno le cose da queste parti e non avevamo particolari aspettative. Il posto è carino ed è l'unico scalo possibile in tutta questa costa. Inoltre, abbiamo due grandi voglie da soddisfare: andare a mangiare questa sera la pizza-metro nel ristorante del porto e riposare... Finalmente... Dopo un mese di lavori. Non avevo mai visto Margherita addormentarsi mentre sta parlando... Bisogna proprio che ci fermiamo qualche giorno.
Tiro subito fuori le biciclette. Il paese dista due chilometri dal porto. Qualcuno sicuramente potrà considerare questa cosa negativamente, ma a noi piace. Esiste una bellissima passeggiata lungomare realizzata a bordo spiaggia con pista ciclabile. Si arriva in paese con una bella pedalata nel più totale relax.
Siamo rimasti sei giorni a Roccella in un clima estivo che ci ha fatto pregustare la stagione alle porte. Abbiamo fatto lunghe passeggiate sull'arenile, ma niente bagni: l'acqua è ancora freddina.
La mattina del 12 maggio, alle ore 6, siamo partiti per Messina. Il meteo avrebbe dovuto essere favorevole, ma non ci si fidava delle apparenze. Avremmo atteso di arrivare dopo Capo Spartivento per capire come in realtà sarebbe stato il tempo (il nome non gli è stato dato a caso).
Alla faccia delle previsioni che palavano di mare calmo e vento debole, dopo una decina di miglia abbiamo avuto vento ed onda alle spalle. Per fortuna ci spingevano. Il July ha quindi preso un bel passo da grandi viaggi e si è messo a macinare miglia di buona lena. Questa stessa mattina, quando siamo partiti, Margherita ha visto un'altra barca partire qualche minuto prima. Naturalmente non si è trattenuta dal farmi notare che noi siamo sempre in ritardo... Quelli si!... Saranno già arrivati. Invece li abbiamo raggiunti e superati. Quando il vento ha mollato ed abbiamo rallentato un pò, li si vedeva appena, lontanissimi di poppa.
Non molto dopo aver passato il capo, dopo qualche miglio di calma, abbiamo visto venirci addosso un bel vento in faccia che cercava di buttarci indietro. Ormai si sentiva l'influenza dello stretto nel quale ci addentravamo. Quindi, dopo poco, abbiamo cominciato a sentire anche gli effetti della corrente contraria.
A questo punto, abbiamo ammainato la vela ed aumentato i giri del motore. La barca sembrava arrancare contro gli elementi. La verità strumentale però era sorprendente. Col motore a posto e la carena pulita, avanzavamo comunque a più di cinque nodi: complimenti!
Una foto del marina che ci ospita a Messina. Il July si vede in fondo.
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Avevamo telefonato per prenotare un posto al Marina di Messina dove siamo arrivati alle quattro e mezza del pomeriggio. Una delle cose che sorprendono ancora andando per mare è vedere quanta gente si improvvisa “marinaio”. All'ingresso del porticciolo, mentre eravamo in manovra, il nostromo, col quale eravamo in collegamento radio, ci ha gridato "macchine indietro tutta"...
Una barca, che aveva deciso di uscire in quel momento, ha messo in marcia senza curarsi di noi e dimenticando di liberarsi dal corpo morto di prua.
Le conseguenze sono state inevitabili: la barca ha compiuto un gran giro su se stessa ed ha finito con l'ostruire il passaggio. Che dire?
Anche il marina si è mostrato presto tutt'altro che impeccabile. Per come è stato realizzato c'è sempre una continua maretta che rende lo scalo poco piacevole, inoltre le barche non hanno uno specchio d'acqua sufficiente per manovrare in sicurezza. Questo obbliga il personale ad intervenire con un gommone in tutte le manovre d'ormeggio (le manovre in autonomia non sono affatto inpossibili, ma occorre competenza da parte degli equipaggi).
Naturalmente, se un gommone spinge lateralmente un barca in manovra, questa diventa ingovernabile da bordo e si finisce nelle mani di un "esperto" locale (il marinaio che spinge sul gommone) che non sempre sa quello che fa.
Vedendo come stessero le cose, ho chiesto espressamente di non toccare la barca durante la manovra se non dietro mio espresso ordine... Ed ho fatto bene. Infatti il July ha fatto una manovra impeccabile.
Quando ormai eravamo fermi al posto giusto, quando avremmo dovuto solamente mettere a segno le cime d'ormeggio, il "gommonista" ha deciso che fosse il momento di contrastare comunque l'effetto del vento anticipandolo abbondantemente...
Conclusione: ci "ha spiaccicato" la barca sul pontile galleggiante di fianco. Meno male che i parabordi erano già in assetto e la barca non ha subito danni.
" No comment ! "
La mattina seguente siamo andati a pagare per partire. Il nostromo, seduto in una bella scrivania, ci ha mostrato al computer la tabella delle correnti nello stretto di Messina. "Sarebbe il caso di non partire prima delle dieci... Quando ci sarà la stanca" - ci ha detto col fare di chi la sa lunga... Ma Margherita lo ha "bruciato" all'istante: "Meglio la corrente contraria che rimanere in questo posto dove balliamo come in un rodeo". Così siamo partiti.
Dopo meno di un miglio dalla partenza, siamo riusciti a trovare una controcorrente che ci spingeva ad oltre sei nodi. Alle dieci, al momento della stanca, eravamo ormai già fuori dallo stretto; Il mare e le onde erano contrari, ma non cattivi. Si avanzava.
Abbiamo pensato di aspettare un paio d'ore prima di decidere se dirigere alle Eolie o puntare su Milazzo: dipendeva da quale fosse la rotta più adatta per avanzare verso Ovest. Dopo un'ora ormai la rotta migliore era evidente. Abbiamo seguito l'andamento della costa tagliando i golfi da punta a punta. La sera, siamo entrati a Sant'Agata di Militello ed abbiamo buttato l'ancora dietro la diga. Avremmo dormito all'ancora senza scendere a terra.
Dopo poco, sul July si è sentito un buon profumo di cucina: Margheritra si era messa subito a preparare la cena. Di solito non ci facciamo mancare nulla... Compreso una sosta relax in pozzetto quando le prime luci della notte si accendono all'imbrunire regalandoci un panorama che improvvisamente diventa suggestivo. Dopocena, la bottiglia dell'Amaro Del Capo era sul tavolino in mezzo a noi: che pace.
L'indomani, alle sei del mattino, appena svegli, abbiamo ripreso la rotta: destinazione Cefalù... Non più di trentacinque miglia di mare che al momento appariva calmo... E così è rimasto fino a tarda mattina. Siamo arrivati prima di mezzogiorno.
Il July a Cefalù. Un forte vento di scirocco fa alzare la temperatura fino a livelli estivi.
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Stavamo navigando per “lidi a noi noti”: non mi aspettavo sorprese. Le previsioni meteo però, a partire dal giorno dopo, si sarebbero guastate. Uno scirocco furioso si era abbattuto improvvisamente su di noi nel pomeriggio consigliandoci di rimanere in porto qualche giorno in attesa di un momento più favorevole per ripartire. Guardando la foto sopra, si vede bene che il July ha una sola cima a prua. Ma, data la violenza della spinta del vento che ci arrivava addosso di lato, il nostromo è venuto con un gommone per porgerci un secondo corpo morto in modo da rinforzare gli ormeggi. Eseguita la manovra, la barca non scadeva più neanche nelle raffiche più violente. Per la prima volta quest'anno, il caldo diventava fastidioso. Nel pomeriggio ci siamo ridotti a stenderci all'interno con i ventilatori accesi diretti su di noi. Il caldo metteva addosso una "voglia di far niente" che mi faceva pensare al perché i popoli del nord sono mediamente più attivi dei popoli del sud del mondo...
Ma tutta questa saggezza, questo ovattato distacco dai problemi della vita non toccava Margherita. "Uffa" -Ha cominciato - "Il 19 è il mio compleanno ed io non voglio passarlo in questo schifo di posto".
I pullman di turisti che vedevamo ogni giorno arrivare in visita non la convincevano... Cefalù non era una meta sufficientemente ammaliante.
"È da quando eravamo a Crotone che ti dico che voglio fare il compleanno a San Vito Lo Capo". Mentre parlava, la barca si piegava vistosamente sotto le raffiche più aggressive. "Andiamo via domani... Che il tempo è bello". Le ho spiegato con molta pazienza che l'indomani il tempo non sarebbe stato bello. "Semplicemente" - le dicevo - "non sarà una vera burrasca come nei due giorni seguent ".
"Ecco appunto" - mi rispose di rincalzo - "Non vorrai farmi restare qui?... Fammi vedere le previsioni... Visto che è bello?"
Mi sono messo allora a studiare le previsioni con la massima attenzione. Dovevo muovermi con responsabilità tra il desiderio di accontentarla e la sicurezza a bordo (con la quale non è consentito scherzare).
Seguendo la filosofia del pensionato, avrei dovuto rimanere in porto. Ma tutto considerato, il July era stato supercontrollato, tutto funzionava bene e la barca era un vero "cavallo di razza".
"Bene !... Consideriamolo un secondo regalo di compleanno" - le dissi - "Si va".
La burrasca con mare incrociato
L'indomani mattina lasciamo l'ormeggio alle sei. La nostra meta dista circa sessantaquattro miglia. Il cielo è coperto. Sappiamo che prenderemo anche l'acqua durante la traversata... Ma tant'è. Si parte. Ci aspettiamo un peggioramento a metà strada. Il July è alla frusta. Nonostante un'onda contraria al mascone di dritta, fila oltre sei nodi. Ormai siamo partiti. Ci concentriamo solo sulla navigazione. Il mio compito consiste nel mantenere la barca sempre alla massima velocità adattandone l'andatura alle condizioni che mutano mano a mano che avanziamo. Superata l'altezza di Termini Imerese, l'onda al mascone si fa seria. È alta circa due metri ed è contraria. Per fortuna è un'onda morta: ovvero un eco di burrasche lontane. Ci arriva addosso senza cattiveria ed il July la passa di slancio. Il vento ci arriva al traverso per effetto della nostra velocità. Ottimo per dare potenza alle vele. Quando siamo all'altezza di Palermo ci sentiamo a metà strada e tutto va bene. Ma io so bene che il momento della verità, quello in cui saprò se ho fatto bene i miei conti quando ho studiato attentamente le previsioni meteo, è quando saremo al passaggio di Capo Gallo. Tutta quella zona fino a Punta Raisi (dove c'è l'aeroporto di Palermo) è quella dove troveremo quel che ci sarà da affrontare. Vediamo un cielo nero addensarsi proprio davanti a noi che non ispira niente di buono; ma il July avanza a velocità sostenuta, ben equilibrato e reattivo nel riprendere il giusto assetto dopo il passaggio dell'onda sotto lo scafo. Comunque, non passa molto. Ormai non dobbiamo più sforzarci di capire quel che sarà... Ci siamo dentro. Comincia il ballo. Il vento rinforza di colpo. Prima venti, poi venticinque nodi. Ma la sua direzione non cambia. Questo vuol dire che le previsioni erano corrette. Questa cosa, in barba allo scenario che ci vediamo intorno, mi rassicura moltissimo. Affrontare mare brutto con una barca progettata e costruita per la navigazione d'altura può essere disagevole... Ma niente di più se si è preparati. La vera incognita, il vero pericolo... È l'imprevisto. Il mare si fa aggressivo e confuso. Ci sono creste dappertutto... Si formano per l'onda generata dal vento rabbioso e, a causa della loro ripidità, frangono continuamente. C'è un treno di onde bellicose che ci arrivano al giardinetto di dritta (di fianco, un po' da dietro, sulla destra), queste si vanno a sommare all'onda di base, quella di un paio di metri, che viene dal largo colpendoci al mascone sullo stesso lato. Si sviluppa un fenomeno che ormai conosco bene: le colonne d'acqua. Due onde più grandi delle altre, provenienti da direzioni diverse, si scontrano. Il risultato è che sul punto una gran massa d'acqua viene lanciata verso l'alto. La maggior parte le vediamo formarsi e sparire tutto intorno a noi, ma non ci toccano. Una ogni tanto ci prende. Allora il July si impenna come un cavallo selvaggio... Ma non ferma la sua corsa. È da quando siamo partiti che "tenersi bene" è molto importante per la nostra sicurezza. Ma, in questo frangente (mai parola fu così appropriata) diventa una lotta per non essere "scaraventati" chissà dove. Comunque di positivo c'è che ormai siamo proprio sotto quel cielo nero che vedevamo di pua e siamo anche proprio tra Capo Gallo e Punta Raisi. Da adesso in poi, ogni metro di mare percorso è un metro verso condizioni migliori. Quando sfileremo a largo del Golfo di Castellammare, mano a mano che ci sottraiamo all'influenza del capo, questi fenomeni si faranno sempre meno aggressivi.
E così è, in effetti. Ci giriamo a vedere dietro di noi il cielo nero che incombe là dove siamo passati: ma noi adesso navighiamo verso un rassicurante "grigio chiaro" sotto il quale troveremo San Vito. Abbiamo già prenotato un posto barca allo Yacht Club per un minimo di dieci giorni. La carena, che al momento è ancora nella "lavatrice" a pulirsi sempre più, avrà il tempo di fare le cozze. È questo che amo della navigazione... Della nostra vita sul July. Ti fai il tuo viaggio per mare, ma, quando sei arrivato ti godi un posto nuovo, nuovi amici, nuove avventure, pur avendo il tuo mondo con te: la barca.
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Album fotografico - click - "July a mare 2015" - istruzioni -
Eccoci arrivati a San Vito Lo Capo (foto sopra). Sappiamo che, in fondo, anche San Vito non è che una tappa: siamo diretti in Spagna. Ma si tratta di una tappa speciale: una vera sosta. Vogliamo passare qui il compleanno di Margherita (per espresso desiderio della festeggiata) e poi... C'è la festa degli Aquiloni. Si tratta di un evento internazionale, organizzato proprio qui, che porta appassionati di tutto il mondo su questa spiaggia bellissima a far volare i propri aquiloni in una gara per selezionarne il più bello. La manifestazione è coperta da una trasmissione radiofonica di una rete nazionale che cura tutto l'evento e varie televisioni, per lo più locali, ne riportano le fasi più significative... E poi... Diciamocelo pure... Sappiamo dove si compra una cassata realizzata con autentica passione e conosciamo uno dei migliori gelatai della Sicilia che sicuramente ci rivedrà con piacere.