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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
Granada
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Faceva da tempo parte della nostra strategia: saremmo rimasti in un bel marina per tutto il periodo estivo battuto dalla massa e poi, in auto, avremmo visitato quel che ci manca della Spagna. Quindi, quando “il traffico” in mare si è fatto intenso, ci siamo fermati al Real Club Nautico Di Torrevieja (nella grande provincia di Valencia) ed abbiamo preparato un bel tour dell'Andalusia da fare a settembre. Così, archiviata la parte torrida dell'estate, il 14/09/2015 lasciamo in custodia il July ai “marineros” e partiamo in auto per la nostra prima tappa: Granada.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 1)
Foto dai nostri itinerari
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Percorso stradale da Torrevieja a Granada, la nostra prima tappa del viaggio in Andalusia.
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Eravamo già stati in Spagna prima di adesso:
. la prima volta siamo venuti in barca da Genova ed abbiamo visto la Costa Brava e l'isola di Minorca;
. la seconda siamo stati in volo a Madrid e Toledo;
. la terza siamo venuti in crociera con una nave che ci ha portato a Barcellona, Palma di Majorca, Almeria, Malaga, Tangeri (in Marocco), Gibilterra e Ibiza.
Adesso tocca all'Andalusia.
Ragioni di ottimizzazione del percorso si uniscono al fatto che abbiamo già visitato l'Alhambra e ci spingono a fare di Granada la nostra prima tappa (potremo così vedere quello che ancora non abbiamo visto).
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L'albergo della nostra prima tappa del viaggio in Andalusia: Granada.
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Il viaggio risulta molto confortevole. Le strade in Spagna sono buone e la distanza non è eccessiva. Arriviamo verso le due in albergo e ne approfittiamo per mangiare e riposare prima di andare a fare la prima visita in programma: il “Monasterio de San Jeronimo” che si trova a due passi dall'hotel. Non siamo stanchi, ma la stanza è molto accogliente ed un riposino in questa quiete carica le batterie: ne abbiamo bisogno. Che strana sensazione... Sono diversi mesi che non dormiamo in un letto a terra. Nel July dormiamo bene e la barca, lì dov'è ormeggiata, non si muove; ma qui è un'altra cosa.
Alle 15h:20', pimpanti e con tanta voglia di uscire, ci rechiamo alle porte del Monastero: sono chiuse! Un cartello ci informa che le visite cominceranno alle 16h:00'. Che cavolo! Abbiamo guardato gli orari di apertura su internet con attenzione... Facciamo buon viso a cattiva sorte. Il sole è alto e a quest'ora bisogna starsene all'ombra. Facciamo a ritroso pochi metri e troviamo un portone aperto in un vecchio palazzo in ristrutturazione: come tutti i palazzi antichi, anche questo è fresco... Ci infiliamo silenziosi, con indifferenza... Al massimo ci cacceranno fuori.
La sorpresa è grande: doveva essere un palazzo bellissimo. Adesso sono in corso dei lavori di restauro: ne ha veramente bisogno. Ma cos'è? Dove siamo finiti? Non sapevamo nulla... Esco fuori a guardare il portone di ingresso con più attenzione... C'è una targa: "Hospital De San Juan De Dios"... Il portone, con un bellissimo soffitto a cassettoni in ottimo stato, porta in un cortile colonnato: comincia la visita... Non si vede nessuno... E noi vedremo di non farci sentire.
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Album fotografico - click - "Hospital San Juan De Dios" - istruzioni -
Quando usciamo, abbiamo ancora un senso di meraviglia per la visita inaspettata ad un gioiello nascosto ed anche un po' dimesso qual'è l'antico “Hospital de San Juan de Dios”. È quasi l'ora dell'apertura al pubblico del monastero di San Jeronimo. Poche decine di metri ci separano dall'ingresso... Che comunque troviamo già aperto. Questo ci consente di entrare nell'ampio cortile entro le mura ed attendere qualche minuto, davanti al grande portone interno, che cominci la visita vera e propria.
Quel che ci accingiamo a visitare è un insieme architettonico rinascimentale formato dalla chiesa e dal monastero nel bel mezzo della città spagnola di Granada appartenente alla comunità indipendente dell'Andalusia. La sua fondazione fu opera dei re cattolici che, in un secondo momento, lo portarono da Santa Fe a Granada. In particolare, fu nel 1504 che cominciò la costruzione del complesso così come lo vediamo ai giorni nostri. Il lavoro fu affidato a rinomati costruttori ed artisti dell'epoca, tra i quali, il principale fu Diego di Siloé. La chiesa, a pianta latina, risponde ai canoni tipici delle chiese dell'ordine di San Jeronimo con il coro e l'altare posizionati più in alto dietro un'ampia scalinata. È decisamente degna di nota la pala manierista posizionata dietro l'altare (vedi foto sotto) che viene considerata come il "punto di partenza" della scultura andalusa come entità a se stante (principale artefice fu il maestro Pablo de Rojas). La ricca decorazione rinascimentale, che presenta cassettoni, capesante e sculture, è un canto del cigno dell'umanesimo in Spagna. Il programma iconografico è stato progettato al fine di evidenziare la grandezza militare e l'eroismo del gran capitano che qui è sepolto in crociera con la moglie Maria Manrique.
Pala dell'altare nel monastero di San Jerònimo.
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Il monastero ha due chiostri con giardino, ma è nel primo che troviamo la decorazione rinascimentale più genuina. Nel secondo chiostro, occupato dalla comunità delle monache di San Jeronimo, ha vissuto l'imperatrice Elisabetta del Portogallo in luna di miele dopo la celebrazione del suo matrimonio con l'imperatore Carlo I. (informazioni storiche tratte liberamente da Wikipedia).
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Album fotografico - click - "San Jeronimo" - istruzioni -
Finita la visita al monastero, impressionati dalla ricchezza, persino esagerata, delle decorazioni appena viste nella chiesa annessa al complesso, ci allontaniamo passeggiando e discutendo proprio del gusto artistico... Come dire... Molto spagnolo. Da che mondo è mondo, l'arte fa discutere e noi facciamo le nostre considerazioni mentre ci avviamo in direzione della cattedrale.
Percorriamo uno stretto vicolo che forse dovrebbe essere definito semplicemente una via di Granada... Infatti tutte le vie del centro qui sono strette allo stesso modo. Qualche bel palazzo merita una foto. La strada porta direttamente verso un lato della cattedrale che si intravede in fondo. Circa nel mezzo, si apre una piazzetta con una chiesa secondaria ed altri bei palazzi antichi. Infine, quando siamo ai piedi del fianco sinistro della cattedrale, ci imbattiamo in un'unica "bancarella", lunga decine di metri, tutta ricoperta di spezie... Bancarelle con le spezie ne abbiamo viste tante nei nostri giri turistici, soprattutto nei paesi arabi, ma mai così lunghe.
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Album fotografico - click - "A passeggio per Granada" - istruzioni -
La cattedrale si presenta enorme... Maestosa. Entriamo senza indugio e ci troviamo in una bella e grande chiesa spagnola la “Catedral Metropolitana de la Encarnación”. Sappiamo che questa chiesa è così importante da ospitare la “Cappella Reale” mausoleo dei re cattolici. Siamo in presenza di un'opera che è forse il miglior esempio dello stile rinascimentale spagnolo. Abbiamo letto da qualche parte che l'architetto che ha costruito questa chiesa è riuscito nell'intento di “inserire” una cupola rinascimentale in una struttura gotica. La cupola, com'è naturale, rappresenta la "parte" più imponente dell'intero complesso. Le sue dimensioni impressionanti, tuttavia, non sono l'unico elemento a destare meraviglia; le vetrate, le colonne, la balconata ed i dipinti che ne riempono le pareti interne formano un insieme armonico di grande bellezza (foto sotto).
Interno della cupola della cattedrale di Granada.
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Esiste un loro sito ufficiale, “www.catedraldegranada.com”, dove sono raccolte molte informazioni riguardanti questo edificio. Sappiamo che all'interno troveremo, oltre alle tombe dei re cattolici, anche l'esposizione del "tesoro" della cattedrale; entrambe le cose rappresentano una grande attrazione. Uno degli aspetti più interessanti di questi nostri viaggi è proprio quello culturale. Quando si va a visitare una nuova città, un palazzo, una chiesa o un qualsiasi monumento, viene spontaneo curiosare sulla sua storia. Apprendiamo così in modo del tutto naturale molte notizie che in una cultura scolastica finiscono col perdersi nelle pieghe delle mille cose di secondaria importanza. Apprendiamo così che il "Sultanato di Granada" fu uno stato vassallo del sovrano di Castiglia Ferdinando III. Esso comprendeva le attuali provincie di Granada, Malaga ed Almeria e, mentre tutti gli altri stati vassalli retti da musulmani ben presto sparirono, questo fu l'unico a sopravvivere per lungo tempo. Questo fatto ci fa capire come mai in quest'area esistano tante testimonianze musulmane sebbene ci si trovi in una zona fortemente ancorata alla tradizione cristiana.
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Album fotografico - click - "Cattedrale di Granada" - istruzioni -
Quando siamo entrati nella sacrestia, ci siamo trovati in un salone enorme effettivamente degno di una grande cattedrale. Vi si trova una moltitudine di armadi e di cassetti che sono in grado di contenere i paramenti e gli oggetti religiosi di molti ecclesiastici. Cosa d'altra parte necessaria in occasioni di grandi cerimonie.
Non mancano, lungo i muri perimetrali, le usuali cappelle di famiglia. Infatti, nel corso dei secoli, le famiglie più facoltose di Granada hanno speso delle cifre enormi per gareggiare in sfarzo allestendo la propria cappella, più che per motivi religiosi, per affermare il loro prestigio e mostrare l'importanza del proprio casato.
La "Capilla Real y Museo" (La Cappella Reale) a fianco della cattedrale di Granada.
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Usciamo infine dalla cattedrale e facciamo un mezzo giro lungo il perimetro della chiesa per andare a visitare la “Cappella Reale” (foto sopra). Non possiamo fare fotografie. Il divieto non è solo formale: una coppia di inservienti controllano a vista ogni angolo visitabile. "Orca"... Sono proprio attenti e coordinati: si muovono continuamente per "intimidire" chiunque osasse solo pensare di rubare qualche foto. In realtà, io mi arrendo immediatamente. In fondo non c'è nulla da fotografare che valga il rischio di farsi "beccare". Ma Margherita non si arrende... Anzi...
Sotto ad un bel monumento su un grande piedistallo di marmo, delle scale portano ad una cripta. L'accesso è da ambo i lati: si può andar dritto... Si scende per dei gradini, si sosta in fondo e si risale continuando dall'altra parte. Giù, là sotto, attraverso un cancello in ferro ed una lastra in vetro, si può sostare qualche istante e vedere le bare dei Re Cattolici illuminate appena da una debole luce artificiale. "Non vorrai andar via da qui senza aver fatto almeno una piccola foto ricordo"- mi provoca Margherita. "Hai visto là sotto... Si vedono le bare dei reali Ferdinando ed Isabella"- continua - "sono quattro... Vieni a vedere... Mi sembra che le altre due siano dei figli..."
Una volta coinvolto, non mi sottraggo all'avventura. Facciamo un piano... I due "cerberi" girano continuamente rimanendo sempre ciascuno sul lato opposto rispetto all'altro. Le scale per scendere e risalire per vedere la cripta sono allineate su di un unico asse. Calcoliamo di avere una manciata di secondi durante i quali per i due guardiani saremo fuori vista. Ci hanno obbligati a lasciare le borse all'ingresso... Ma abbiamo gli smartphone in tasca... Dobbiamo stare attenti a scendere al momento giusto. Quando sono appena transitati lungo l'asse di discesa abbiamo il tempo di far tutto fino a quando non torneranno in vista dopo mezzo giro. Io prendo tempo per tenere sotto controllo i due... Non vogliamo imprevisti. Margherita, al via, scende per le scale e fa la foto (ahimé un po' sfocata) che adesso possiamo mostrare in questo sito. Hehehe... Nessuno si accorge di nulla.
Stemma della città di Granada
Quando finiamo la visita al mausoleo dei “Re Cattolici” è ancora giorno... Abbiamo ancora almeno due o tre ore di luce. Ci dirigiamo verso la parte alta della città: l'antico quartiere arabo del “Sacromonte”. Ci incamminiamo, lasciandoci la cattedrale alle spalle, ed imbocchiamo a destra "Calle Gran Via De Colón" che finisce in piazza "Isabella La Cattolica" dove, giriando a sinistra, prendiamo "Calle Reyes Católicos". Adesso il percorso è semplice: basta andare sempre dritto e poi inerpicarsi a sinistra seguendo la gente che sicuramente si appresta a salire fino al “Mirador” per assistere al magnifico spettacolo del tramonto. Già... Questa sarà la meta. Ma nel frattempo godiamoci il percorso.
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Album fotografico - click - "Verso il Sacromonte" - istruzioni -
Dopo aver passato la “Real Chancillería de Granada”, un palazzone imponente tutto in pietra, sulla nostra destra, incontriamo la “Iglesia de San Gil y Santa Ana” (costruita nel 1537). Sappiamo già che, a dispetto della bella forma ammiccante, il suo interno non sarebbe molto interessante da visitare. Cominciamo quindi a salire dolcemente lungo la Carrera del Darro (così chiamata perché costeggia il “rio Darro”) che si snoda ai piedi dell'Alhambra. Tutto intorno a noi è molto suggestivo; nel nostro immaginario, se pensiamo alla Spagna andalusa, la immaginiamo proprio così...
Stiamo seguendo un percorso che ci porta lungo il fiume per un tratto; dopodiché, saliremo sulla collina opposta a quella dove è stata costruita l'Alhambra. Sappiamo che al tramonto non c'è posto migliore per godere dello spettacolo dei raggi del sole che illuminano la fortezza mentre ormai tutto il resto è all'ombra della sera che incombe. L'idea è quella di sceglierci un localino caratteristico dal quale gustare lo spettacolo immersi in una magica atmosfera. Naturalmente siamo un po' in anticipo... Non vogliamo rischiare. Così arriviamo alla piazzetta, nostra destinazione, almeno mezz'ora prima. Ci godiamo il fresco sotto le fronde degli alberi e ci lasciamo rapire dall'immagine dell'intero complesso che si stende imponente e maestoso davanti a noi, nella collina di fronte... Un uomo suona musica spagnola e poco importa sapere se si tratti di un atto spontaneo o lo fa solo per noi turisti.
In piazzetta, siamo accolti da un panorama oltre le aspettative con "tanto di musica andalusa".
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Rimaniamo a guardare ammirati questo panorama per alcuni minuti... Non ci si stanca mai. Poi, decidiamo di “metterci in caccia” di un localino che ci ispiri: l'idea che abbiamo è quella di un aperitivo serale preso al tramonto di fronte a tanto spettacolo. La ricerca ci appare subito meno semplice di quanto immaginato: alcuni locali sono ristoranti pretenziosi... Roba da cena al lume di candela, altri sono già pieni e rimangono solo i posti liberi peggiori... Così facciamo un paio di giri infruttuosi. Poi vediamo dall'alto della piazzetta un localino con terrazza ed ombrelloni proprio sotto di noi... Ci sembra di scorgere un tavolo libero in un angolino niente male... Meno di due minuti e siamo in posizione. Adesso lo spettacolo del tramonto può pure cominciare.
L'Alhambra dal localino del Sacromonte dove siamo seduti per l'aperitivo al tramonto.
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Purtroppo dobbiamo accettare il fatto che nessuna foto, per quanto bella e pittoresca, ha il potere di ricreare la suggestione che viviamo. L'occhio percepisce tutto il panorama intorno arricchendo ulteriormente l'immagine dal vivo. Inoltre, quando il sole è ormai così basso da lambire il contorno dei monti dietro ai quali sta per tramontare, il gioco delle ombre si fa così rapido che la sensazione complessiva va vissuta... Così, in pochi estasiati momenti lo spettacolo “si consuma” e noi restiamo ancora attoniti a rimirare il buio... Non è vero buio, ma l'Alhambra ormai “si è spenta”... E noi rimaniamo lì, senza parlare, increduli che sia finito... Quasi a voler fare di tutto per non andare oltre, per prolungare la bella sensazione che ci pervade.
Ma ogni cosa finisce... Ed anche in fretta. La gente comincia a muoversi ed anche noi ci prepariamo a scendere “a valle”... A ritornare sui nostri passi per trovare la strada del ritorno.
Vista dell'Alhambra dal quartiere Sacromonte durante la passeggiata di rientro.
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È ormai sera... Ci incamminiamo tra i vicoli tortuosi del quartiere Sacromonte cercando la via del rientro. Quando siamo saliti, per troppe volte abbiamo girato e rigirato a destra ed a sinistra per poter ricordare come ripercorrere lo stesso cammino a ritroso. Ci limitiamo ad orientarci grossolanamente mantenendo una certa direzione di marcia. Qua e là compare tra le case la grande fortezza: l'Alhambra da sopra ci guida... Ci consente di mantenere la direzione di marcia.
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Album fotografico - click - "Una sera a Granada" - istruzioni -
Granada è persino più bella di quanto ci aspettassimo... Ci eravamo già stati e non pensavamo che avesse ancora molto da mostrare di sé: ci siamo sbagliati.
Dopo aver gironzolato per i vicoli del Sacromonte, arriviamo in basso ed attraversiamo ancora una volta tutto il centro della città vecchia per “respirare” fino in fondo questa magica atmosfera. Troviamo alla fine un localino per la cena... Siamo stanchi, ma non troppo. Ci mettiamo ad organizzare la partenza di domani... Un altro giorno, un'altra avventura.