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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
il passito di Samos - "Dov'è il July adesso?"
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Una delle belle cose dell'andar per mare è quella di potersi "girare le isole". Questa è una cosa che abbiamo fatto per anni nei mari italiani... E che adesso facciamo in Egeo.
La differenza più evidente tra queste due esperienze è certamente nel numero di scali a disposizione. La Grecia ha un numero di isole incredibile... Molte anche poco lontane le une dalle altre.
Foto dai nostri itinerari
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Vista del porticciolo di Pythagorion dove ci siamo fermati per qualche giorno col July.
La loro storia millenaria ed il relativo "isolamento", soprattutto nei secoli precedenti, hanno favorito il sorgere di usi e costumi autoctoni molto diversi tra loro... Persino tra terre emerse appartenenti allo stesso arcipelago. A noi piace molto scoprire le peculiarità dei posti che visitiamo e spendiamo molto tempo ad approfondire le nostre conoscenze. Ad esempio, molti anni fa, nel corso della nostra prima visita a Pythagorion, abbiamo scoperto il "Passito di Samos". Volendo fare un parallelo coi nostri mari, diremmo che ci ricorda il quello di Pantelleria o la "Malvasia di Lipari".
All'epoca, ci siamo avventurati in un vicoletto alle spalle della zona del porto e qui siamo stati attratti da un'antica e polverosa cantina (cave) che doveva sicuramente aver visto tempi migliori. Appena entrati, il buio ci ha praticamente impedito di vedere alcunché... Poi, lentamente, gli occhi si sono abituati all'oscurità ed abbiamo potuto vedere da dove provenisse la voce che sentivamo: un vecchio, molto avanti negli anni, ci parlava un po' in greco e un po' in un italiano approssimativo. Ci spiegava che, morta la moglie, continuava a tenere aperto lo stesso... "Cosa fare se no, dopotutto..." E poi... Aveva la compagnia delle sue rondini. Un buco in alto nel vetro della finestra consentiva agli uccelli, che avevano fatto il nido all'interno del magazzino, di entrare ed uscire continuamente secondo la frenesia della specie.
Tra una chiacchera e l'altra, ha insistito perché assaggiassimo il suo buon vino passito: "È della nostra campagna, sapete" - ci diceva mentre riempiva il fondo di un bicchiere per farcelo assaggiare - "Lo facciamo noi da generazioni".
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ilviaggiodeljulymail@gmail.com
Non c'è bisogno di dire che ne abbiamo comprato diverse bottiglie da tenere a bordo. La cosa curiosa è che, dopo quattro anni, due settimane fa, siamo ritornati a Pythagorion. Non subito, ma dopo un paio di giorni, siamo andati a cercare quella vecchia bottega. Era chiusa e la polvere copriva tutto su quella porta: sembrava proprio che non venisse aperta da anni. Io ho concluso che il poveretto fosse ormai morto. Ma Margherita non si è data per vinta ed ha continuato a tornare ancora ed ancora. Poi, alla fine, ha trovato la porta aperta: lui era là. Sempre più avanti con gli anni... Ma ancora là. Alternava momenti di lucidità a momenti di assenza... Ma è riuscita comunque a comprargli tutto il passito che aveva.
Che persona d'altri tempi!
L'indomani abbiamo fatto rotta verso Nord. Ci siamo portati a Lesbos e qui, avendo l'abitudine di chiudere ogni buon pasto con due biscottini ed un "fondo di bicchiere" del buon vino "del vecchietto", mi sono deciso a scrivere questa storia per non dimenticarla quando inevitabilmente anch'io vivrò al passato molto di più che al presente.
NOTE SUL MOSCATO O PASSITO DI SAMOS
(Raccolte su internet e qui riportate)
Come sappiamo da diverse fonti, la varietà Passito di Samos ha origine in Asia Minore ed è un prodotto di mutazione. Apparsa a Samos durante la fine del 16 ° secolo, è riuscita a svilupparsi con grande successo. Da questa deriva la famosa varietà Muscat de Frontignan, prodotta nel sud della Francia e non vi è dubbio che i Francesi, al momento dell’attacco di fillossera (che subirono all'epoca) abbiano preso talee da Samos e ripiantate in Francia creando questa varietà. Il vino di Samos così divenne noto in Europa e da lì in tutto il mondo, a partire dalla metà del 19 ° secolo, quando la fillossera distrusse i vigneti d’Europa. Gli Europei, in particolare i Francesi e gli Italiani per garantire vino e altri prodotti vitivinicoli come l’uva passa, si sono rivolti ai paesi dell’Oriente che erano immacolati, tra cui Samos. La grande richiesta di questi prodotti ha portato al rialzo dei prezzi e questa è stata la motivazione per l’estensione dei vigneti, così Samos divenne tutta uno vasto vigneto: sono state piantate le vigne perfino nelle zone più aride.
Il Moscato viene coltivato sistematicamente soprattutto a Samos, ma anche nel Peloponneso nord-occidentale. Si trova anche in altre isole delle Cicladi e del Dodecaneso.
E’ una varietà molto produttiva, con grappoli di medie dimensioni, di forma conica e acini sferici e fitti e buccia di medio spessore, dal colore verde-giallo. La polpa è morbida, succosa e quasi incolore, dal caratteristico aroma di moscato.
E’ fertile, produttiva, suscettibile all’oidio, la peronospora, la botrite, alle api e alle vespe ed è moderatamente resistente alla siccità. Predilige terreni calcarei, in pendenza, e zone con altitudine, dove dà il suo meglio. La vegetazione comincia presto, a metà marzo, e matura all’inizio di settembre.