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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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In auto fino a Brindisi

Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

Navigation

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Siamo in fibrillazione: la data della partenza si avvicina e quest'anno abbiamo deciso che viaggeremo in auto. Proprio così!… Sembra un po' una follia, ma abbiamo le nostre ragioni. L'anno scorso abbiamo acquistato AURORA: la barca era ed è in ottime condizioni, ma sin dal giorno dell'acquisto io ho in mente alcuni lavoretti da fare. Per questo motivo, abbiamo concluso la stagione 2021 allo BASIMAKOPOULOS SHIPYARD di Kilada che ha fama di essere piuttosto caro ma ha delle maestranze in grado di fare lavori che altrove in Grecia non sanno fare. Conclusione, andremo in auto perché vogliamo portare a bordo dall'Italia delle cose e ne vogliamo sbarcare delle altre che riporteremo a casa.

La cosa ci costerà sicuramente un po'… ma noi abbiamo in mente le opportune contromisure: ci imbarcheremo sul traghetto per Igoumenitsa a Brindisi e, visto che ci siamo, ne approfitteremo per fare un viaggetto in Puglia. Un po' di vacanza ci farà bene!

 

Prima di continuare però, credo valga la pena di riportare per inciso la “terribile” avventura con la quale abbiamo chiuso la stagione precedente.

 

Foto dai nostri itinerari

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                          (immagine satellitare 1)

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La “goccia” rossa indica il cantiere BASMAKOPOULOS dove deve andare in secca AURORA.

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Con riferimento alla immagine satellitare 1 sopra riportata, vediamo cosa accade: arrivati a Kilada il giorno prima dell'appuntamento fissato col cantiere per portare la barca in secca, prendiamo accordi sul da farsi. Le istruzioni sono semplici: a partire dalle ore dieci del mattino del giorno designato, dobbiamo rimanere in attesa sul canale otto del VHF e quando riceveremo la chiamata, potremo immediatamente presentarci allo scalo dove opera il “travel lift”.

Ora, va precisato che noi conosciamo già la baia (ma non ci siamo mai addentrati limitandoci a fermarci sulla banchina all'ingresso della rada) perché siamo venuti per riparare il motorino d'avviamento l'anno precedente. 

Alle otto del mattino siamo già svegli da un pezzo, abbiamo fatto colazione e messo la barca in assetto pronta a mollare; abbiamo anche acceso la radio in anticipo… insomma, ci siamo comportati da bravi milanesi.

In modo del tutto inatteso, sentiamo alla radio la chiamata per AURORA: “la barca delle ore 08h:30' ha dato forfait” -  ci dicono - “a questo punto tiriamo su la prima barca pronta… Voi siete pronti?  Si?… Bene!… Entrate immediatamente nella ”vasca del travel lift" dove abbiamo due persone pronte ad accogliervi".

Molliamo gli ormeggi in in attimo: tutto è pronto e dirigiamo a velocità sostenuta verso il punto di "atterraggio": “cerchiamo di fare presto” - dico a Margherita - “ci sono due uomini sulla banchina che ci stanno aspettando”.

Così dicendo, dirigo a sette nodi dritto verso il punto (guarda la rotta in giallo nell'immagine sopra). Nessuno si è curato di avvertirci, cantiere compreso, della presenza di un “corridoio” dragato segnalato da due boe per evitare una secca che si estende per gran parte della baia.

Sia chiaro… la colpa è solo mia. Io ho la responsabilità della navigazione ed avrei dovuto studiare le carte per tempo. Ciò non di meno, la cosa mi è sfuggita completamente. Conoscere la baia (da terra però…) e aver visto ovunque (apparentemente) barche all'ancora, mi ha dato un senso di tranquillità e confidenza che mi ha tradito. In verità però non ho scuse… Nessun "marinaio" mi perdonerebbe.

Quando siamo in vista ormai dell'arrivo e già vedo i due uomini sulla banchina ad attenderci, sento delle grida provenire da una barca all'ancora che stiamo aggirando largandoci una ventina di metri.

Non sento cosa dice… ma si sbraccia. Vedo bene che probabilmente si è alzato ed è andato in coperta per caso: sta controllando l'ancora mentre a bordo probabilmente gli altri dormono ancora.

Niente da fare… il rumore del motore mi impedisce di sentire. Allora metto al minimo, fermo la barca e cerco di capire cosa vuole.

Mi grida - “attento!… stai andando dritto verso un bassofondo… devi fare il giro, devi entrare fra due boe che ti indicano il canale dragato…”

Do un'occhiata al profondimetro: segna 2m. Come ho fatto a non vederlo?…

Mi sono comportato come un novellino. Più ci penso e più non capisco come ho fatto… è proprio vero che esistono situazioni nelle quali non siamo noi stessi. Mi sembra impossibile, ma è successo. Spero che mi serva da lezione: mai perdere la giusta tensione e la sana preoccupazione che accompagna il marinaio nell'andar per mare… è questa tensione che ci aiuta a prevenire “svarioni” di questo genere.

Ringraziando "l'amico marinaio", inverto la rotta procedendo al minimo… se potessi andrei ancora più lentamente. Il profondimetro ogni tanto mi segna anche m 1,90… noi peschiamo m1,60. L'unica è ripercorrere la stessa rotta al contrario… se ci siamo passati prima…

Una volta liberi, procedo adagio alla ricerca delle boe che segnalano l'ingresso del canale. Finalmente ne vedo una delle due… vedo la boa rossa; la boa verde la individuo in un secondo momento, è molto più piccola e così sporca da sembrare "grigio-verde color militare".

Ma ormai siamo al sicuro, il canate sembra dragato a tre metri e procediamo fino all'arrivo senza tentennamenti.

Faccio la manovra di accosto in modo professionale: che tutti vedano che sono un marinaio “consumato”.

Dentro di me mi sento un cretino.

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Bene!… Abbiamo ricordato la terribile “avventura” dell'anno scorso che avrebbe potuto costarci la barca, adesso riprendiamo il discorso dalla partenza: il giorno 30 di marzo partiremo con la macchina in direzione di Brindisi… ma faremo diverse tappe che ci terranno “occupati” per alcuni giorni.

Arrivato il giorno fatidico quindi, partiamo da casa di buon'ora e dirigiamo, come prima sosta, per Gradara dove abbiamo in programma la visita del castello dove si è consumata la “tragedia” di dantesca memoria: l'uccisione dei due amanti Paolo e Francesca.

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Galleria fotografica delle foto fatte durante la visita del castello di Gradara.  (istruzioni)

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La giornata minaccia pioggia, ma noi non subiamo alcun condizionamento a causa di questo fatto: il viaggio in auto è asciutto per definizione, la visita del castello è al coperto e persino lo spostamento tra la macchina e l'ingresso avviene in un momento in cui non piove. Portiamo l'ombrello con noi… ma è tutto. All'uscita cerchiamo un posticino per pranzare: fortunatamente non abbiamo lasciato nulla al caso, siamo fuori stagione e negozi e ristoranti sono ancora chiusi, ma noi abbiamo prenotato.

 

Quando ci rimettiamo in marcia siamo freschi e riposati: ottima strategia per spezzare il viaggio. Riprendiamo quindi l'auto e proseguiamo fino a San Benedetto del Tronto dove abbiamo prenotato per il pernottamento.

 

L'indomani, ben riposati, riprendiamo il viaggio ed arriviamo a Matera nel primo pomeriggio. Qui abbiamo preso una camera proprio al centro (con tanto di posto auto) che ci consente di rimanere tranquilli anche lasciando i bagagli in macchina). Una volta preso possesso della camera, non resistiamo ed andiamo a dare un'occhiata su in terrazza (foto sotto): i tetti di Matera sono tutti davanti a noi… 

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I tetti di Matera visti dalla “nostra” terrazza…   (istruzioni)

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Matera ci accoglie con una pioggerellina che “c'è e non c'è”: non piove ma l'asfalto è bagnato, il cielo non si apre e rimane grigio e noi ci muoviamo in questa indecisione senza tempo che lascia l'ambiente intorno quasi sospeso… tra la pioggia che non c'è più ed il sole che non c'è ancora. Ma, se possibile, il fascino di Matera è persino maggiore in queste condizioni.

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Galleria di foto di Matera… solo alcune delle mille foto che abbiamo fatto.  (istruzioni)

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Come al solito, nella galleria fotografica sopra potete si possono vedere solo alcune foto di Matera. In realtà ci concediamo una visita approfondita della città della quale non è il caso di parlare in questa sede. Con Margherita conveniamo comunque che la sola Matera vale l'intero viaggio.

 

 Il primo di aprile, lasciamo Matera per recarci a visitare Castellana Grotte. La cosa non è semplicissima perché occorre prenotare in anticipo e sottostare a rigidi orari che poco si conciliano col fatto che noi siamo in viaggio e non riusciamo a prevedere l'ora di arrivo con la precisione necessaria per ottimizzare il tragitto. Tuttavia, con due o tre telefonate, ci facciamo conoscere e, quando ci presentiamo all'ingresso, ci fanno passare inglobandoci in un gruppo già pronto ad entrare… ci fanno un favore e siamo loro molto grati. All'interno è vietato fotografare e in proposito sono ligi ed attenti. La conclusione è che posso qui riportare solo un'unica foto (vedi sotto) fatta prima di entrare.

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Vietato fare foto… Siamo all'ingresso di Castellana Grotte.

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Anche se non possiamo fare foto all'interno delle grotte, mi rendo conto vedendole che nessuna foto può restituirci l'effetto che questo scenario produce quando si è in presenza. Sono sicuro che delle foto esistono… forse anche in internet… ma non sono che l'illusione di documentare questa visita.

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Alcune immagini prese da internet che danno un'idea dell'interno delle Grotte di Castellana.

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Con l'immagine sopra, presa in internet, cerco di rendere più chiaro il concetto: vedere stalattiti e stalagmiti non rende l'equivalente di uno scenario grandioso e suggestivo che è ciò che fa di questa visita una grande esperienza ed un momento di presa di coscienza della grandiosità della natura.

 

Un'altro momento da ricordare è la visita ad Alberobello. Sappiamo bene che ormai “il trullo” è diventato il motore dell'economia di questo posto… voglio dire che si tratta di un luogo turistico che ha ormai perso tutta la sua originale autenticità per diventare una gigantesca macchina per far soldi… Ma noi abbiamo il vantaggio di venire ad Alberobello in un momento dell'anno nel quale di turisti ce ne sono davvero pochi e questo fa una qualche differenza.

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Alcune foto di Alberobello prese nel corso della nostra visita nelle Puglie prima di imbarcarci per la Grecia.  (istruzioni)

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Abbiamo accennato alle cose più significative da ricordare in questo viaggio estemporaneo… d'altra parte di questo si tratta: una scappata per approfittare e vedere qualcosa prima di imbarcarci… insomma, un'idea per dare un senso ad un viaggio in auto così lungo.

 

Così, dopo aver visitato e dormito ad Ostuni, al mattino del giorno 4 di aprile ci imbarchiamo a Brindisi con tutta la macchina e ci "facciamo portare" a Igoumenitsa: salpiamo verso le 13h:00' e sbarcheremo a mezzanotte a Igoumenitsa, in Grecia. Da lì il viaggio per Kilada sarà tutto in auto.