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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

La Valletta 2010

Navigation

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* 1° itinerario 2010

* 2° itinerario 2010

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Dopo una notte di tuoni, fulmini e scrosci d'acqua, abbiamo lasciato la protezione del porticciolo di Marzamemi per intraprendere la navigazione in direzione Malta: "La Valletta" era il porto d'atterraggio. Le previsioni meteo non promettevano tempo stabile nei giorni seguenti ed il rischio era quello di restare " inchiodati " a lungo.  Eravamo  già  stati a  Malta l'anno prima: una bellissima tappa. Andando via, ci eravamo  ripromessi  di  ritornare per visitarla con più tempo e maggiore attenzione. Se proprio si doveva restare bloccati, era meglio essere a Malta e non a Marzamemi che, per quanto sia un bel posto,  si visita tutto in un solo giorno.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                 (immagine satellitare 1)

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Foto dai nostri itinerari

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La rotta del July da Marzamemi a La Valletta (Malta).

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Così, abbiamo messo il July in assetto da burrasca e siamo usciti dal porto. Il canale che separa la Sicilia dall'Arcipelago Maltese è uno dei tratti di mare più trafficati al mondo. Le navi, come gli aerei, si muovono per corridoi: percorsi che sono stati prestabiliti col fine di ridurre i pericoli di collisione. In questo  tratto  di mare quindi, avremmo dovuto attraversare sia il "corridoio " destinato alle navi che navigano verso Ovest che quello destinato a chi va in direzione opposta. Avremmo quindi dovuto prestare particolare attenzione al pericolo costituito dalle grosse navi che notoriamente non sono molto "interessate" alle piccole barche da diporto che osino attraversare la loro rotta.

Comunque, tutta la nostra attenzione, appena usciti dal porto, era dedicata alle acque nei dintorni di Capo Passero.  Questo  è  uno  dei  grandi capi del Mediterraneo. L'isolotto che sorge proprio lì vicino, si chiama "Isola delle Correnti": questo a testimonianza della "cattiva" fama di questi paraggi. Per fortuna però, le cose sono andate meglio di ogni mia previsione.  In barba al " finimondo " che non ci aveva fatto dormire tutta la notte, il viaggio è stato bellissimo.

Le onde erano regolari ed il vento, sostanzialmente, ci spingeva (vedi la freccia che ne indica la direzione nella immagine satellitare 1). Inoltre conoscevo bene il porto a La Valletta. Con mare e vento che mi avrebbero spinto contro la costa di Malta, non mi sarei sentito tranquillo altrimenti. Ma il porto a La Valletta ha un ampio ingresso che si "prende" senza problemi con ogni tempo. Poi, una volta dentro, tutto si acquieta e finiscono le possibili sorprese (vedi foto sotto ).

Contact

 

ilviaggiodeljulymail@gmail.com

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                             (immagine satellitare 2)

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L'ingresso del July a La Valletta (Malta).

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Nella foto sopra (immagine satellitare 2) si vede il percorso del July all'arrivo al Marina di Msida. Si vede anche la posizione del July al suo interno. In realtà, appena arrivati, non abbiamo trovato posto ( il che è normale da queste parti ).  Così ci siamo " poggiati " in un cantuccio tanto per passare la notte in tranquillità: l'indomani avremmo pensato a trovarci una sistemazione migliore. Ma esiste un detto ( a terra come a mare... ) : "chi trova un amico trova un tesoro"... E noi abbiamo trovato Jurg. Facendo una passeggiata per sgranchirci le gambe prima di cena, abbiamo visto Shogun, la sua barca. Naturalmente, grandi saluti e promessa di rivederci. Ma, mentre stavamo cenando a bordo, abbiamo sentito bussare: "Marcello..." - era Jurg... - "domani mattina alle sette i miei vicini salpano, vanno via. Fai in modo di essere pronto a " infilare " immediatamente  il July nello "slot" perché ci sarà qualcuno di quelli all'ancora in rada che verrà da queste parti per fare la stessa cosa... Ricordati, le sette in punto. Rispetteranno l'orario al minuto per darti modo di sincronizzare le manovre e precedere gli altri".

Vediamo adesso di spiegare bene come sono  andate  le  cose. L'indomani  mattina  eravamo pronti a salpare: motore acceso, barca in assetto da manovra, cime in doppio per poter filare all'istante... Ma ho capito subito che non sarebbe bastato. Abbiamo visto altre due barche che andavano su e giù "aguzzando la vista" nella  speranza  di  vedere  qualcuno andar via. Se non avessi adottato una strategia pensata apposta, sarebbe stato il caso a decidere quale delle tre barche si sarebbe sistemata. Così, quando mancavano tre minuti alle sette, ci siamo mossi. Nel Marina le barche sono messe a pettine sui due lati di un corridoio tra i pontili. Nel corridoio può entrare solo una barca alla volta: se il corridoio è occupato, bisogna attendere fuori. Quando mancava un solo minuto alle sette, ho imboccato il corridoio superando la posizione della barca che doveva partire. Il tempo di arrivare piano piano in fondo e costoro sono usciti lasciando libero il posto e chiudendo il canale  agli altri che avrebbero dovuto attendere mentre io già facevo manovra per ormeggiare.

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La rada di Marsamxett. A sinistra le fortificazioni di La Valletta, in fondo il Marina di Msida.

Così è cominciata la splendida lunga sosta a Malta accanto allo Shogun di Jurg e Trudi. Occorre anche  dire  che i nostri  amici  stavano facendo la nostra stessa rotta perché, provenendo dalla Turchia ( da Marmaris per l'esattezza ), avevano prenotato il posto a Monastir ( il nostro porto invernale ) : avremmo passato insieme ancora parecchio tempo.

La foto sopra mostra il porto di" Marsamxett " nel quale siamo entrati appena arrivati a Malta. Alla sinistra si vedono le fortificazioni de La Valletta. In fondo ( dove si trova il July ) c'è il Marina di "Msida" che ci ospitava. La foto è stata scattata da Sliema e quel che compare sulla destra è il Forte Manoel nell'isola omonima : " Manoel Island ".  

Per essere più chiari, possiamo "approfittare" della foto dall'alto del porto (immagine satellitare 2) per individuare più chiaramente dove sono le località sopra citate. La Valletta si trova nella penisola centrale che divide le due baie: una a Nord dove siamo entrati noi chiamata Marsamxett Harbour e l'altra a  Sud dove c'è il porto commerciale ed i cantieri navali chiamata appunto Grand Harbour. Sono stati i Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni, che sono arrivati a Malta dopo che i turchi li avevano scacciati da Rodi, a fortificare tutta la penisola. Ovviamente, non è sfuggito loro l'incredibile valore strategico di queste fortificazioni. L'ingresso via mare a La Valletta è veramente impressionante. Non conosco un altro porto che presenti lo stesso livello di fortificazioni. Comunque non sono stati sforzi vani: i turchi infatti, dopo averli scacciati da Rodi, hanno posto La Valletta sotto assedio nel 1565 per eliminare la potenza militare  dei "Cavalieri Di San Giovanni", ma hanno subìto una pesante sconfitta. La foto sopra è stata  scattata da una piscina che si trova a Sliema situata nel promontorio sùbito alla destra di chi entra nella rada. Si vede bene la parte delle possenti mura rivolte verso Msida. Sono le mura che avevamo proprio di fronte a poppa del July lì dove eravamo: la sera venivano sapientemente illuminate ( vedi foto sotto ) creando in banchina un'affascinante magica atmosfera "di sapore antico".

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La vista serale dalla banchina del July a Msida (La Valletta-Malta).

Tutto l'arcipelago maltese è decisamente votato al turismo: proprio questa attività costituisce la voce di maggiore entrata sul bilancio della nazione. A Malta si incontrano tutti i tipi di turismo possibili. Si incontrano gruppi di giovani che si divertono in modi che lasciano trasparire tutta la loro "effervescenza", come studenti che qui vengono ad imparare la lingua inglese, o ancora, pensionati calmi e riflessivi alla ricerca di esperienze culturali... Insomma Malta offre una realtà multiforme piena di sfaccettature diverse in grado di offrire a ciascuno quel che più desidera. Ma è indubbio che la vera ricchezza di Malta non va ricercata nelle sue, seppur di pregio, bellezze naturali o nelle spiagge, o nei locali alla moda. La vera ricchezza di Malta è la sua storia. Posizionata centralmente nel  Mar  Mediterraneo, che è stato luogo di nascita del mondo e della cultura occidentale, Malta è stata al centro delle attività marittime sin da epoca preistorica. Naturalmente i "segni", le evidenze e le testimonianze più antiche non sono cose sotto gli occhi di tutti: bisogna andare a cercarle con scavi archeologici come il famoso scavo di "Tarxien Temple".

La "Malta" di oggi è caratterizzata dai resti di due periodi storici che hanno lasciato profondi segni ben visibili dappertutto nell'intero arcipelago: il periodo dei Cavalieri di Malta ed il periodo della dominazione inglese.

Le poderose mura difensive, la cocattedrale con le sue cappelle laterali delle "varie lingue", il palazzo dei Cavalieri... Tutto ricorda quel periodo.  Ma anche gli innumerevoli autobus che percorrono instancabilmente su e giù tutto l'arcipelago, la circolazione a sinistra, la seconda lingua parlata da tutti, le scuole di lingua per stranieri... Ovunque si vede l'impronta lasciata dagli inglesi.

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Cominciamo con i famosissimi Cavalieri di Malta, concediamoci un momento per farci un'idea, molto in sintesi, di chi fossero i Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni.  La loro storia inizia all'epoca delle crociate. Chi vuole può utilizzare la loro stessa " autopresentazione " che compare nel sito ufficiale www.cavalieridimalta.it (fai click).

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"La geopolitica della regione del Mediterraneo orientale, durante l'epoca delle crociate (sec. XI-XIII), è piuttosto complicata. L'Impero bizantino è in declino, vi sono alcuni grandi paesi, e molti piccoli principati. La mappa della zona è coperta da ducati, vescovadi e balailati che incessantemente formano e sciolgono alleanze con l’uno o con l'altro. La potenza non è necessariamente collegata alla geografia. Una delle più potenti organizzazioni politiche nel tardo Medioevo è stata l'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, i Cavalieri Ospedalieri, i cui ranghi sono stati occupati da marze delle più ricche famiglie aristocratiche d'Europa.

Formata a Gerusalemme nel 11 ° secolo per fornire protezione e cure ospedaliere ai pellegrini cristiani in visita in Terra Santa, i Cavalieri divennero presto una delle principali potenze militari nella regione. La loro base operativa era costituita da una catena di castelli e porti. Dopo che Saladino, il re dei Saraceni, aveva preso Gerusalemme, i Cavalieri dovettero trasferirsi a Cipro prima, e poi nell'isola di Rodi nel 1309. Nel 1522, l'imperatore ottomano, Suleiman il Magnifico, condusse con successo l'assedio contro i Cavalieri nella loro roccaforte nell’Egeo. Ancora una volta i Cavalieri furono costretti a fuggire. Dopo un soggiorno di due anni a Corinto, in Grecia, durante il quale i Cavalieri di nuovo fecero difesa contro gli attacchi musulmani, l'Imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, offrì loro l'isola di Malta, nel 1530, a condizioni molto favorevoli. 

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Quale pagamento, per un affitto perpetuo, i Cavalieri si impegnarono verso l'imperatore per l’invio di un falco, una volta ogni anno. Ciò anche come segno della loro fedeltà. I Cavalieri, una volta installati, costruirono difese, rendendo l'isola la più inespugnabile fortezza cristiana nel Mediterraneo. Nel 1565, una vasta flotta ottomana di 250 navi, che trasportavano circa 40.000 uomini, assediò le isole Maltesi. I Cavalieri furono obbligati ad una strenua difesa poiché disponevano di soltanto 700 unità, e circa 8000 soldati delle truppe regolari maltesi. I Turchi sferrarono un attacco deciso per la prima volta su Fort St Elmo, poi Sceberras sulla penisola, a causa della sua posizione strategica tra i due porti. Ripetuti assalti sono stati sferrati per oltre 36 giorni, ma la piccola guarnigione di Cavalieri terrà alla fortezza di gran lunga più a lungo di quanto Suleiman avesse previsto. Dopo quattro settimane, i turchi finalmente entrarono a S. Elmo, ma a caro prezzo, avendo avuto la perdita di 8000 uomini. Il generale turco era talmente irritato per la ostinazione mostrata da parte dei Cavalieri che decise di inchiodare i cadaveri dei difensori di Sant’Elmo a delle croci e lasciarli galleggiare nel porto. Per ritorsione, il Gran Maestro dell'Ordine, Jean de la Valette, fece decapitare i suoi prigionieri turchi e le loro teste furono sparate con i cannoni verso le linee nemiche. E 'la battaglia per S. Angelo in Valletta che ha visto alcuni tra i più sanguinosi episodi di questa guerra santa. E' stata l’ispiratrice che ha costituito la base di leggende per secoli a venire. Mustafa Pasha lanciò 10 attacchi contro le mura fortificate di Forte San Angelo. Tre città in tutta la lunga e calda estate del 1565 fino al 18 agosto furono conquistate, ma gli Ottomani non presero il Forte. Il Gran Maestro Jean de la Valette entrato personalmente in battaglia, malgrado tutto fosse sfavorevole, rifiutò di accettare i termini della resa. In settembre, gli Ottomani cominciarono ad essere preoccupati di dover rimanere a Malta durante l'inverno, e il loro morale iniziò ad abbassarsi. A questo punto, Valette vide arrivare il momento tanto atteso e sferrò un attacco a Mellieha Bay, riprendendo il controllo delle terre interne. Ormai in disfatta, le truppe ottomane si ritirarono, ma non prima di perdere altre migliaia di uomini. In seguito all'assedio, i Cavalieri hanno utilizzato le loro enormi ricchezze per ricostruire Malta come capolavoro di architettura militare".

La citazione delle enormi ricchezze dei cavalieri di Malta ci aiuta anche a comprendere il fatto che nell'isola esistono ancora numerosi palazzi che in quell'epoca erano sorti in ragione di questa opulenta realtà e che sono tuttora in uso. Abbiamo visto che l'ordine dei Cavalieri Ospitalieri era aperto alle nobili casate dell'Europa cristiana. Ogni lingua possedeva in genere un "albergo" dove venivano ospitati i cavalieri di quella stessa lingua durante il loro soggiorno.

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L'albergo di Provenza ( solo uno dei tanti esempi che abbiamo avuto la voglia di andare a vedere ) fu iniziato sotto la reggenza del Gran Maestro Jean  de La Cassiére ( 1572 - 1581 ), esso stesso un provenzale, dall'architetto ingegnere Gerolamo Cassar. Tra gli alberghi più antichi, questo è uno di quelli meglio preservati, sebbene delle considerevoli alterazioni fossero già state apportate verso la fine del XVIII secolo da Stefano Ittar. Dalle ultime decadi del XVI secolo fino a tutto il XVIII secolo, questo albergo fu utilizzato come una specie di Club riservato ai Cavalieri di Provenza.

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La dominazione britannica

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La dominazione britannica ha inciso profondamente negli usi e costumi della popolazione. Riportiamo quanto dice il sito di Education First " www.ef-italia.it/malta/la-storia-di-malta "


"Con il tempo, però, anche l’importanza dell’Ordine dei Cavalieri di Malta cominciò a declinare, in particolare a causa del dispotismo di alcuni Gran Maestri che portarono a violente ribellioni, tra cui quella dei sacerdoti, guidata da Mannarino nel 1775 durante il governo di Ximenes de Texada, che si concluse con una situazione di fatto senza governo di Malta, in un momento, per altro in cui la situazione politica in Europa era esplosiva. Il Direttorio diede a Napoleone il compito di conquistare l’Egitto e di occupare Malta durante quella campagna militare, cosa che avvenne nel 1798, ponendo fine a quasi 300 anni di governo della Croce di Malta. I francesi rimasero solo per due anni, perché i maltesi si ribellarono, con un assedio della città di Valletta che terminò con la liberazione dei francesi da parte degli inglesi, i quali da subito non si mostrarono molto interessati a Malta. Dopo circa 15 anni di trattativa, i Maltesi preoccupati in particolare dal ritorno dei Cavalieri di Malta, offrirono agli inglesi il governo dell’isola, finalmente ratificato dal Congresso di Vienna del 1815. Malta prosperò molto durante la dominazione inglese, in particolare divenendo parte della strategia difensiva britannica che portò a un rafforzamento delle fortificazioni militari, ma anche i porti commerciali vennero ingranditi. Durante la guerra  di Crimea, fu evidente quanto strategica e importante fosse la posizione e il potere di Malta, e con l’apertura del Canale di Suez, Malta si trovava in posizione strategica per la navigazione tra l’Europa e l’Est e I porti commerciali di Malta divennero frenetici negli scambi e nelle attività economiche. Nel periodo precedente alle guerre mondiali, Malta conobbe un forte declino dovuto alla competizione di importanti porti europei e al mancato investimento nel Mediterraneo da parte dell’Inghilterra, anche durante il primo conflitto mondiale, che portarono a povertà diffusa e irritazione. Una situazione esplosiva che culminò con le rivolte del 1919. Nel 1921 Malta ottenne un governo indipendente, con un’assemblea composta da 32 membri eletti e 16 membri di una camera superiore. La politica interna era in mano ai Maltesi con l’Inghilterra che manteneva il controllo della politica estera e la difesa. Con l’inizio della seconda Guerra mondiale nel 1939 Malta si trovò proprio nel fuoco del conflitto e subì moltissimi attacchi aerei da parte delle forze armate tedesche e inglesi. Nel processo di decolonizzazione inglese, anche Malta ne fu parte. Il governo indipendente venne instaurato nel 1947, ma l’abbandono dell’Inghilterra in realtà causò soprattutto inizialmente una grande disoccupazione, e in un momento in cui tutto era distrutto. Ne derivò un grande esodo verso Stati Uniti, Canada, Australia".

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La galleria fotografica di La Valletta, Mdina, Marsaxlokk e altro.

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Un tema particolarmente affascinante riguarda la preistoria nelle isole maltesi. Per affrontare, anche se brevemente, questo avvincente argomento, dobbiamo fare una semplice riflessione. Durante il lungo periodo preistorico, il Mediterraneo era abitato da diverse popolazioni ognuna delle quali si era stabilita in un "piccolo" territorio dove la gente viveva di allevamento ed agricoltura. Il mondo era in gran parte un territorio non ancora "trasformato" dall'uomo e non esisteva una rete di strade che consentisse lo sviluppo di traffici quotidiani. Se pensiamo a quanto sappiamo di quel mondo, anche semplicemente leggendo l'Odissea di Omero, ci rendiamo conto che tali popolazioni vivevano quasi isolate le une dalle altre. Si capisce così come i viaggi per mare, al di la della loro pericolosità e dei rischi e delle incertezze che li caratterizzavano, costituissero all'epoca il modo più semplice per spostare uomini e cose a distanze che, a quei tempi, erano considerate notevoli. Proprio leggendo l'Iliade e l'Odissea abbiamo imparato come, a seguito di guerre, cataclismi, terremoti, incendi, etc. non fosse raro che gruppi di persone migrassero alla ricerca di un luogo fertile, lontano dai loro nemici, dove stabilirsi dando vita ad un nuovo insediamento. In tali occasioni, coloro che avevano a disposizione delle navi ( oggi sarebbero considerate praticamente dei "barconi" ), trovavano più naturale partire per mare per potersi spostare con tutte le loro cose e persino coi loro animali. E' del tutto logico pensare che proprio così siano arrivate a Malta le prime genti. Forse avevano già sentito parlare dell'esistenza di un'isola disabitata in mezzo al mare che avrebbe potuto essere la loro salvezza, oppure vi sono approdati per caso spinti dalle intemperie. Quel che conta è che in virtù di questo isolamento, la popolazione che vi si stabilì trovò pace e sicurezza per prosperare.

Noi siamo andati a visitare il museo archeologico di Malta che si trova a La Valletta. Qui abbiamo trovato molti reperti dell'epoca che testimoniano quanto fosse avanzata la civiltà di queste genti. L'album fotografico che segue ne mostra alcune immagini.

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 Galleria fotogtafica: "Archeological Museum - Malta 2010"

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Un'altra occasione per approfondire l'argomento riguardante la vita preistorica nelle isole dell'arcipelago maltese è stata la visita ad uno dei più famosi siti di scavi del mondo.

 

Il sito chiamato “Tarxien Temples” , patrimonio dell'umanità dal 1992 , consiste in un complesso di quattro strutture megalitiche costruite tra gli anni 3600 e 2500 Avanti Cristo ed utilizzate e rimaneggiate anche tra gli anni 2400 e 1500 AC. Scoperto a seguito di segnalazioni di alcuni agricoltori, il sito fu scavato sistematicamente negli anni tra il 1915 ed il 1919. La più antica delle quattro strutture, situata lungo il lato Est del sito ed eretta in un qualche periodo tra gli anni 3600 e 3200 AC, è ancora visibile solo nelle tracce rimaste a livello del terreno. Gli altri templi sono testimonianza delle tecniche di costruzione utilizzate e dell’uso che si faceva di questo sito. Durante gli scavi, in un altare portato alla luce, sono stati scoperti, ad esempio, un coltello di selce e numerose ossa di animali a testimonianza del fatto che qui si svolgevano sacrifici alle divinità.

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 Galleria fotogtafica: "Tarxien Temples - Malta 2010" 

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L'ordine dei Cavalieri di San Giovanni, nato ai tempi delle crociate, è stato sempre fortemente legato alla chiesa cristiana ed al papato. L'indiscussa stretta connessione con Roma è testimoniata, tra l'altro, dal fatto che Malta fu sede della Santa Inquisizione.

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Noi abbiamo visitato il Palazzo Dell'Inquisizione che oggi è adibito a museo. Se si considera la targa marmorea riportata qui sopra, si apprende che tale palazzo è sorto durante il periodo della dominazione normanna con funzione di Palazzo di Giustizia. Solo in seguito, dal 1574, divenne sede della Santa Inquisizione. L'ultimo inquisitore che ha occupato il palazzo fu Giulio Carpegna che è scappato qualche settimana prima dell'arrivo di Napoleone nell'anno 1798.

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 Galleria fotogtafica: "Palazzo dell'Inquisizione - Malta 2010"

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Il nostro soggiorno a Malta nel 2010 si è protratto per ben 18 giorni. Il fatto è che avevamo come destinazione, a fine crociera, il nostro marina di Monastir. Il piano era quello di passare prima per Malta, andare poi a Lampedusa per assistere ai festeggiamenti di fine estate e poi, negli ultimi giorni di settembre, fare rotta per la Tunisia dove avremmo concluso la nostra stagione per mare. Ma le condizioni del tempo non ci hanno consentito di lasciare prima l'isola. Così, ogni giorno facevamo un "consulto" ad alto livello con Jurg per ipotizzare una data di partenza... Una data che veniva sistematicamente smentita dal perdurare del tempo perturbato. Il vero problema non era quello di affrontare il mare durante il viaggio, ma piuttosto che, una volta giunti a Lampedusa, saremmo rimasti esposti all'interno di un porto non protetto con venti da Sud.

Stante la situazione, non abbiamo trovato di meglio se non adattarci a questa "terribile" realtà. Ci siamo informati bene ed abbiamo scoperto quante cose si possono vedere sull'isola per passare una bella giornata. Così abbiamo fatto un sacco di belle gite approfittando dei mezzi pubblici che a Malta sono molto efficienti ed arrivano dappertutto. Abbiamo persino fatto una gita durata l'intero giorno al "Forte Rinella". Questo forte è famoso perché sotto la dominazione inglese è stato dotato di un "supercannone" che è ancora oggi esposto e visitabile. Gestito da un'organizzazione privata, il tour offre un intrattenimento con guida e personale specializzato che mostra la vita militare e le relative operazioni così come si svolgevano ai tempi. La cosa che più mi ha colpito è stata la dimostrazione delle armi da fuoco d'epoca. Fucili e pistole ad avancarica sono stati mostrati illustrandone il funzionamento in dettaglio. Sono state selezionate armi rappresentanti i vari periodi evolutivi e, per ognuna di queste, abbiamo potuto assistere alla procedura di caricamento e di sparo. Lo stesso hanno fatto con un cannone: ci hanno portati tutti fuori dalle mura del forte ed abbiamo visto un vecchio cannone sparare (a salve).

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 Galleria fotogtafica: "Fort Rinella - Malta 2010"

Un’altra bella giornata al sole è stata quella della regata rievocativa della fine del grande assedio da parte dei turchi avvenuto il giorno 8 settembre 1565. Insieme con Jurg e Trudi, siamo andati a visitare l'antica Santa Barbara in un forte che si affaccia sul "Grand Harbor" dove si svolgeva la regata. Si tratta di una festa molto sentita dai maltesi. Infatti, anche se la fine del famoso assedio turco sarebbe già da sola una ragione più che sufficiente per festeggiare, i maltesi ricordano nello stesso giorno sia la fine della dominazione francese sia l'armistizio con l'Italia nel 1943. Alla mattina abbiamo assistito a varie piccole cerimonie sparse qua e la davanti a monumenti o palazzi governativi. Nel pomeriggio invece abbiamo assistito alla regata. Poiché il campo di regata è il porto grande ( Grand Harbor ), subito a Sud-Est de La Valletta, l'idea di andare a visitare il forte che ospitava l'antica Santa Barbara era un'idea eccellente. Infatti, seppure è vero che avremmo dovuto pagare l'ingresso, da una parte avremmo comunque potuto visitare il forte e, dall'altra, avremmo potuto sostare nei giardini dai quali, oltre ad essere fuori dalla ressa, si gode al meglio tutto lo svolgimento della manifestazione. Questa era centrata sulla punta di Isla, un promontorio che partendo da Bormla si protende verso la zona centrale di Grand Harbor: un promontorio proprio di fronte a noi. Oltretutto, avremmo anche avuto la migliore visuale possibile sul campo di regata che era lo specchio di mare immediatamente sotto.

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 Galleria fotogtafica: "Regata a Grand Harbor - Malta 2010"

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Alla fine, dopo innumerevoli considerazioni sul tempo e conseguenti rinvii, il giorno della partenza è finalmente arrivato. Non avremmo trovato proprio bel tempo e, meno che meno, tempo stabile. Tuttavia la traversata sarebbe stata possibile senza rischi particolari. Siamo partiti, il July e lo Shogun, alle sei del mattino da Msida. Jurg e Trudi avrebbero fatto rotta diretta per Monastir (volevano arrivare in fretta e concludere la stagione), noi invece saremmo andati a Lampedusa per goderci la programmata Festa di fine estate.