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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
Lampedusa 2010
Navigation
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Dopo diciotto giorni passati a Malta, di cui gli ultimi dieci ad attendere una finestra di tempo maneggevole per poter prendere il mare senza troppi rischi, siamo partiti da La Valletta alle sei del mattino. Abbiamo fatto a motore tutto il tratto che costeggia l'isola fino al passaggio tra Malta e Comino. Qui, un vento teso sul naso accompagnato da onda corta battente ci ha fatto temere più di una volta che saremmo stati costretti a rinunciare al viaggio. Per fortuna, il vento, che a largo spirava da Nord-Ovest, sebbene deviasse vicino alla costa fino a venirci addosso di prora, allontanandoci piano piano da terra, girava alla nostra destra rendendo la navigazione accettabile.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 1)
Foto dai nostri itinerari
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La rotta del July da "La Valletta" a Lampedusa
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Anzi, dopo una decina di miglia dalla partenza, quando ancora di poppa si vedevano entrambe le isole di Malta e Gozo, la barca ha preso un passo insperato volando sull'acqua sotto la spinta di un vento gagliardo che ci veniva di bolina larga. Col pilota automatico che faceva il suo dovere, una bella giornata di sole e le onde che ci colpivano al mascone senza mai rompere a bordo, era esaltante starsene seduti a prua ben "incastrati" tra le robuste braccia del pulpito del July. Due "baffi" d'argento alti quasi un metro erano il segno che il mare si "apriva" al nostro passaggio e là davanti, dietro l'orizzonte, Lampedusa ignara ci aspettava.
Eravamo partiti immaginando di navigare tutta la notte per arrivare a Lampedusa verso le sei del mattino. La realtà invece è stata che all'una di notte stavamo entrando nella rada con "navigazione strumentale". Voglio dire che, avvicinandoci all'ingresso della baia che costituisce lo scalo principale dell'isola, il gran numero di luci di tutti i colori e di tutte le intensità possibili ci colpivano non consentendoci di capire esattamente dove fossimo e dove dirigere. Per fortuna il plotter di bordo (strumento che mostra la posizione della nave su una carta nautica elettronica) riportava esattamente il pianetto del porto (l'anno precedente, durante il nostro primo sbarco a Lampedusa, avevamo potuto verificare la perfetta corrispondenza fra la carta nautica del plotter GPS e la realtà aggiornata delle strutture dell'ntera baia). In questo modo, anche senza riuscire a vedere e capire, potevamo in ogni caso entrare in sicurezza. Accostato il July al molo di dritta tra due barconi da lavoro, conclusa ormai la traversata in uno scalo amico, accogliente e ben conosciuto, alla una e mezza di notte andavamo a dormire.
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ilviaggiodeljulymail@gmail.com
Foto scattata poco dopo aver lasciato il primo posto da noi occupato (il cielo annuncia burrasca).
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L'indomani, con la luce del giorno, avremmo pensato a trovarci un posto migliore. Avremmo dato àncora per sistemarci dove avevamo sostato l'anno prima: nella banchina destinata al transito (vedi foto sopra - la scritta "primo posto del July" indica il luogo dove poi siamo effettivamente andati la mattina dopo). Questa banchina può essere anche abbastanza comoda fintanto che spirano venti del primo e del quarto quadrante (che vengono dall'altra parte dell'isola), ma quando sono in previsione venti da Sud bisogna scappare. Da questo punto di vista, Lampedusa è un isola a rischio per chi ci arriva in barca a vela. L'ampio porto interno è pieno di imbarcazioni locali di tutti i tipi che ne occupano non soltanto le banchine ma persino tutta l'area teoricamente navigabile (nella foto sotto sono ben visibili i pescherecci che stazionano nel bel mezzo del porto). Inoltre, salvo una ristretta porzione, esistono ampie zone di bassifondi che sono "off-limits" per le barche come la nostra che pescano due metri.
Il July all'ormeggio nel pontile galleggiante durante la burrasca da Sud.
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Sfortunatamente, è capitato che non abbiamo neanche fatto in tempo a sistemarci nel nostro primo ormeggio che le nuove previsioni meteo hanno annunciato che avremmo dovuto trovare riparo o salpare in burrasca per anticipare il rientro in Tunisia. A questo punto, ci siamo messi in caccia di un posto riparato: naturalmente non c'era un buco libero. Abbiamo trovato un'unica possibile sistemazione per una barca, ma non per il July che pesca due metri (purtroppo non c'era abbastanza fondo). Ma i Lampedusani sono brava gente e, passa e ripassa, mi è venuta un'idea. Abbiamo chiesto ad un signore che aveva un natante in una zona con più di due metri d'acqua di spostarlo momentaneamente (aveva un basso pescaggio), portandosi nell'unico "buco" libero in modo da consentirci di prendere il suo posto. Le trattative sono durate un paio di giorni... Ma siamo riusciti a sistemarci in tempo prima dell'arrivo del cattivo tempo. Quando questo è arrivato, siamo andati a vedere quali fossero le condizioni della banchina che avevamo, fortunatamente, lasciato per tempo. Le onde rompevano sistematicamente sopra il molo: davvero uno spettacolo impressionante.
Esemplare di Caretta Caretta (annualmente depongono le uova sull'isola).
Una volta ben sistemati e con la barca al sicuro, possiamo proprio dire di aver goduto fino in fondo il nostro soggiorno a Lampedusa e la sua "festa di fine estate" per la quale siamo venuti. Infatti bisogna sapere che parecchi anni fa il cantante Claudio Baglioni, colpito dalla natura incontaminata dell'isola, ha deciso di acquistare quì una bella villa. Successivamente, avendo cominciato a frequentare il posto per trascorrervi qualche giorno di vacanza sul mare, ha avuto l'idea di organizzare una sorta di festival della canzone tra amici (per chi volesse saperne di più, esiste il sito www.fondazioneoscia.org - O'SCIA' è appunto il nome dato a questa manifestazione). Ogni anno, a fine settembre, invita tutti i colleghi cantanti (ma anche gente di spettacolo in genere) a questa manifestazione allegra, spontanea e "senza stress". Abbiamo assistito alla costruzione di un palco all'aperto a ridosso della spiaggia di Guitgia (non è un errore: si scrive proprio così - è una spiaggia sùbito a ridosso del porto sul lato Sud - vedi foto sotto). Era chiaro che per tre giorni la festa a "suon di musica" e canzoni sarebbe stata assicurata.
Veduta della spiaggia della Guitgia: l'angolo nel quale facevamo il bagno di solito.
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Nel frattempo, mentre ancora stavano montando il palco sulla spiaggia, siamo venuti a sapere che il 22 settembre i Lampedusani festeggiano ogni anno La Madonna di Porto Salvo. Una grandissima festa molto seguita in tutta l'isola che assume particolare importanza per le manifestazioni in costume che la caratterizzano... Ma andiamo con ordine.
Esiste un sito ufficiale www.isoladilampedusa.it dal quale si possono ottenere informazioni interessanti in proposito (-click-).
"Varie testimonianze fanno risalire al tempo della Ouarta Crociata (1202-1204) la presenza di un'immagine di Maria Madre di Dio in una grotta alla radice del Vallone detto, appunto, della Madonna. Nel 1596, il cronista Lorenzo d'Anania riferisce: "arde continuamente una lampada davanti alla immagine di Nostra Dama cui non è mancato l'olio rifornitovi sempre da nocchieri cristiani e maomettani". Anche il viaggiatore Pagnozzi, nel 1655, aggiunge: " ... degna di gran venerazione è la Madonna di Lampedusa dagli stessi turchi onorata e riverita". Ma le notizie più interessanti in proposito ci giungono dal governatore della "nuova colonia" Bernardo Maria Sanvisente, nella sua minuziosa relazione a Ferdinando II. A proposito della «cappella consacrata a Maria in una grotta» così scrive: «Nel Vallon de la Madonna eravi una chiesetta con antichi abituri, una casa diroccata e diverse grotte. Nella chiesetta, che trovai in meschino stato, eravi una statua della Vergine mutilata e gettata al suolo. La feci restaurare e disposi che ogni 22 settembre si cantasse una messa onde solennizzare il giorno del restauro e del possesso dell'isola avvenuto il 22 settembre 1843 quando con due piroscafi ed a nome del governo borbone sbarcammo a Lampedusa.
(foto da noi scattata durante la nostra partecipazione alle cerimonie di commemorazione)
Commemorazione dello sbarco dei Borboni che presero possesso dell'isola il 22 settembre 1843.
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La chiesetta suddetta serviva dapprima a doppio uso. Infatti, al mio giungere nell'isola, all'ingresso c'era una stanza chiusa da un cancello e tutt'intorno alcuni sedili di pietra ed altre cose all'uso della religione dei turchi. Questo locale serviva per gli arabi che transitavano per qua e desideravano fare le orazioni di loro religione. Più in fondo, aperto il cancello, si presentava un secondo locale ove i fedeli che desideravano visitare la miracolosa immagine trovavano l'altare cristiano con sopra la Santa Vergine già mentovata». " - Abbiamo saputo per tempo di questa giornata commemorativa dal nostro nuovo "amico" che gestiva il pontile galleggiante sul quale il July aveva trovato posto. Così, prima della manifestazione vera e propria, siamo stati presentati ad un gruppo di giovani suoi amici vestiti col costume dell'epoca che sono venuti a farsi fotografare davanti al nostro pontile. Infine, all'orario, ci siamo recati sulla spiaggia dove nel 1843 è avvenuto lo sbarco dei Borboni ed abbiamo trovato un posto in "prima fila" dal quale abbiamo potuto godere al meglio l'intera cerimonia.
(foto da noi scattata durante la nostra partecipazione alle cerimonie di commemorazione)
Scesi a terra, ammainata la bandiera inglese, i Borboni issarono quella del regno di Napoli.
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Naturalmente, la cerimonia della commemorazione dello sbarco dei Borboni, anche se è stata di gran lunga la più affascinante, non è certo stata la sola. I festeggiamenti infatti comprendevano una funzione religiosa svoltasi nella chiesa centrale del paese ed una processione che è partita sùbito dopo la sua conclusione.
Dobbiamo anche ricordare una simpatica "gara sportiva" alla quale abbiamo assistito facendo il tifo per il "nostro amico del pontile": la corsa dei sacchi. Questa gara si è svolta nel corso principale. I partecipanti, infilati entrambi i piedi in un sacco, correvano saltando a piè pari fino al traguardo.
Anche i Carabinieri hanno fatto la loro parte dando il loro contributo alla buona riuscita dei festeggiamenti. La loro banda ha infatti sfilato per tutto il corso in alta uniforme da parata: uno spettacolo sempre suggestivo e di grande emozione.
Una menzione particolare va concessa alla conclusione della serata a notte fonda. Tutta la folla si è assiepata ovunque vi fosse un "buco libero" tutt'intorno all'area del porto. A mezzanotte, puntuali, sono "partiti" i fuochi d'artificio... E che fuochi !... Noi venivamo da Malta dove, quasi ogni sera, a sorpresa assistevamo ad uno spettacolo di fuochi artificiali. A Malta, quella che dall'alto appare come una sola città è in realtà un insieme solo apparentemente indistinto di località diverse, ognuna col suo nome, la sua identità, la sua storia e i suoi confini. Così, ogni sera toccava a qualcuno fare festa. Però i fuochi di Lampedusa sono stati tutt'altra cosa. Bellissimi ed esagerati... Come è nel carattere dei siciliani.
(foto da noi scattata durante la nostra partecipazione alle cerimonie di commemorazione)
Una degna conclusione per una bellissima festa all'altezza delle migliori tradizioni siciliane.
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A Lampedusa abbiamo passato il periodo della "conclusione della stagione" come meglio non avremmo potuto. Avevamo un posto barca protetto dalle burrasche in un pontile galleggiante all'interno del porto. Avevamo un posto barca annuale a Monastir, in Tunisia, che ci aspettava senza problemi indipendentemente da quando avessimo scelto di partire. Lampedusa era in festa e lo sarebbe stata fino alla fine di settembre. Sebbene il tempo fosse "arruffato" e consigliasse di attendere prima di fare la traversata, le giornate erano assolutamente estive. Adiacente al porto, avevamo la nostra spiaggia preferita: la spiaggia di Guitgia si offriva con la sua seducente acqua chiara... E poi, "last but not least", come dicono gli inglesi (in ultimo... ma non per importanza, diciamo noi) a Lampedusa si mangia divinamente. Avevamo ormai le nostre piccole abitudini ed avevamo imparato dove andare a cercare le migliori specialità che l'isola sa offrire.
Il lungo soggiorno a Malta è stato un periodo stupendo... Ma, diciamo la verità, sapevamo che in fatto di cibo i maltesi hanno ancora molta strada da fare per raggiungere noi italiani. E poi sapevamo anche che, una volta giunti in Tunisia, la pacchia sarebbe finita. Certo, cibo sano, carne bianca o pesce fresco fatto ai ferri, insalata, molta frutta... Insomma ci saremmo rimessi in forma. Ma a Lampedusa nel frattempo c'era dell'altro da "assaggiare"... E che gelati !... Sul corso... Passeggiando...
Galleria fotografica relativa alla nostra sosta a Lampedusa alla fine della stagione 2010.
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Come ho già detto, conoscevamo già Lampedusa per esserci venuti in aereo. All'epoca avevamo affittato un villino con uno splendido giardino ombroso dove avevamo passato una quindicina di giorni. Avendo organizzato la vacanza da Milano, avevamo anche affittato una moto per l'intero periodo di permanenza e prenotato un trattamento di mezza pensione (prima colazione al mattino e cena la sera) in un ristorante in riva al mare che dava su cala Creta (dove ha la villa Baglioni), proprio a picco sul suo limpido mare color smeraldo. Inoltre, per non farci mancare nulla, durante il soggiorno avevamo anche preso uno di quei battelli che propongono una gita giornaliera intorno all'isola.
Il nostro villino affittato a Lampedusa nella nostra prima volta sull'isola.
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Voglio qui ricordare quella"nostra prima volta sull'isola" per un motivo preciso. Lampedusa merita una grande attenzione soprattutto per le sue bellezze naturali. Noi siamo venuti in barca a fine settembre con la grande aspettativa di assistere ai festeggiamenti di cui abbiamo già parlato. Ma questo ha senso se si considera che conoscevamo già piuttosto bene tutto quel che c'è da conoscere. Anche se questo sito si interessa solo del viaggio del July, ho pensato di fare un'eccezione e ricordare quella nostra prima volta a beneficio di coloro che ci leggono e solo allo scopo di introdurre alcune foto prese all'epoca.
Galleria fotografica della nostra prima volta sull'isola.
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Ma tutto finisce... Prima o poi. Ed anche la bella sosta a Lampedusa non ha fatto eccezione. Il 29 settembre, dopo una permanenza di 13 giorni, abbiamo deciso di affrontare l'ultimo viaggio per mare di quella stagione, un salto di una novantina di miglia... Ed alle otto di sera siamo partiti per Monastir.