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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).
Cartolina di Natale 2018
Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.
Fine
Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.
Monastir 2010
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...il rientro a "casa"
Eravamo molto contenti della nostra sosta a Lampedusa: tutto era stato persino più bello di quanto a lungo immaginato. Siamo stati proprio fortunati. Ma tutto finisce ed anche il mese di settembre ormai se n’era andato. Le previsioni del tempo non promettevano niente di buono. Parlavano inizialmente di uno scirocco sostenuto per un paio di giorni con temporali sparsi sulle coste della Tunisia e poi di vento che sarebbe girato a Nord-Ovest rinforzando sensibilmente.
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 1)
Foto dai nostri itinerari
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La rotta Lampedusa-Monastir.
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Lo scirocco, seppure in un posto protetto quale quello che avevamo ottenuto nel pontile galleggiante all’interno del porto di Lampedusa, era comunque molto fastidioso. Il mare entrava fino in fondo e creava un dondolio continuo che rendeva la sosta a bordo veramente poco piacevole. Se poi il vento fosse rinforzato girando a Nord-Ovest (come da previsioni), la sosta sarebbe tornata piacevole ma saremmo rimasti bloccati sull'isola (vento contrario). Insomma, abbiamo deciso di partire. Siamo usciti dal porto di Lampedusa verso le otto di sera con tempo ancora buono. Ci si aspettava un rinforzo da Scirocco durante la notte con nuvole e qualche temporale. Il ballo è cominciato, più o meno, mentre eravamo al traverso dell'isolotto di Lampione. Onde e vento di fatto ci spingevano e portavano il July a grandi "accelerate" che ci facevano superare i sette nodi. Sebbene un po' al limite delle sue possibilità, il pilota automatico faceva comunque il suo dovere ed all'alba ci trovavamo già ad una ventina di miglia dalla costa tunisina. Nuvoloni neri si erano addensati già dalla mezzanotte ed alle cinque del mattino avevamo cominciato a vedere dritto a prua delle continue scariche di fulmini che rischiaravano il cielo: navigavamo dritto verso di loro. Per un paio d'ore ho continuato a chiedermi se non saremmo stati ricevuti da un comitato d'onore degno della chiusura di una lunga stagione per mare: l'arco dei fulmini si allargava a desta e a sinistra ed il nero sopra le nostre teste diventava sempre più nero. Per fortuna invece, poco prima dell'alba, quando alle nostre spalle si intravedeva una striscia di tenue chiarore all'orizzonte ed a prora, dove stavamo dirigendo, il nero rimaneva proprio nero (l'alba sorge da Est mentre ad Ovest è ancora scuro), la sfuriata dei fulmini andava piano piano spostandosi verso Nord. Si vedeva che a Sud della città di Sousse, che noi conoscevamo bene, era in corso una schiarita. Così abbiamo percorso le ultime dieci miglia con "fulmini e saette" sempre più vicini ma pur sempre fuori dalla nostra rotta. I temporali a Sousse erano ancora in corso quando siamo entrati nel Marina. Questa volta ho volutamente evitato tutte le procedure di ingresso in porto e mi sono diretto come una freccia al nostro posto barca dal quale mancavamo da sei mesi. Era naturalmente libero e, prima che la polizia portuale riuscisse a raggiungerci, eravamo già ormeggiati.
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ilviaggiodeljulymail@gmail.com
Elaborazione di un'immagine di Google Maps (immagine satellitare 2)
L'ultimo tratto di avvicinamento a terra della rotta Lampedusa-Monastir.
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Così, appena finito di ormeggiare, sono arrivati due agenti della polizia portuale. Appena li ho visti arrivare, sono andato loro incontro come se fossero vecchi amici che si rivedono dopo lungo tempo. - “Eccoci tornati a casa. Come va ? Come vanno le cose da queste parti ? “ - Devo dire che loro non hanno fatto una piega. Mi hanno chiesto se tutto andasse bene e se avessimo fatto buon viaggio. Poi, dopo avermi detto di passare da loro in ufficio con calma, se ne sono andati: "Che bello tornare a casa". Abbiamo subito fatto un bel giro del Marina per salutare tutti gli amici e per vedere quali posti fossero ancora vuoti... Cioè, tra i ritardatari, chi dovesse ancora rientrare.
(elaborazione da foto scattate dalla torre principale della Fortezza di Monastir)
Vista panoramica del Marina di Monastir.
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E’ incredibile come si faccia presto a prendere certe abitudini. Appena abbiamo finito di salutare tutti, siamo partiti col carrello a fare la spesa. Ci sembrava di aver abitato a Monastir per una vita. Sapevamo benissimo cosa volevamo acquistare e dove andare a comprare le cose. Naturalmente non poteva mancare un’incursione al minimarket del Marina per fare “rifornimento” della birra da noi preferita: la Celtia. Poi, rientrati dalle compere, mentre Margherita si affaccendava all'interno del July, io ho tirato fuori le biciclette, le ho montate in un attimo e le ho rimesse al "loro" posto legate con la solita catena inox che portiamo con noi dappertutto.
Una brutta sorpresa però l'abbiamo avuta: il caro Majub (il nostromo), sicuramente dietro ordine del comandante del porto, aveva fatto "razzia" di tutte le antenne paraboliche abbandonate sui pontili dalle barche andate via. Ognuno di noi, "ospite di lunga degenza", aveva un impianto satellitare per vedere i propri programmi nazionali in lingua. Ma senza l'antenna, era impossibile far funzionare la televisione. Così, appena messe in opera le biciclette, sono andato di corsa dall'installatore per acquistare una parabola e per prendere accordi perché venissero a montarla nel pomeriggio. E così è stato. Novanta dinari (circa quarantacinque euro) e il problema è stato risolto: una bella antenna nuova faceva mostra di se a poppa del July. In men che non si dica, tutto era ritornato alla normalità. Abbiamo ripreso la solita "vita di stenti" invitando a pranzo o a cena alcuni amici che non vedevamo da qualche mese ed andando a nostra volta sulle barche degli altri... Così, tanto per ricambiare.
Un momento di profonda riflessione sul senso della vita (vedi la faccia di Filippo al centro)
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Nella foto sopra, siamo stati "sorpresi" mentre facevamo penitenza ospiti nella barca di Bernard e Ushì (messaggio per i malpensanti: se ci fate caso, i piatti sono vuoti, messi solo per bella figura). Bernard è nato in Algeria da genitori corsi (non dei corsari... Solamente nati in Corsica). Ushì è invece tedesca. Quello al centro con la barba è il Capitano Filippo La Ciura, siciliano D.O.C. ed autentico capitano di lungo corso. Per quanto riguarda i due a sinistra, evitiamo presentazioni. Io poi, sono ripreso in una posa che da ad intendere ch'io stia parlando. In realtà sto solo pensando.
Abbiamo trovato anche un'altra sorpresa: un cavallo al trotto davanti al nostro pontile.
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Ad un certo punto, nel Marina hanno organizzato una festa di un'intera giornata. Al mattino siamo saliti su un pullman che ci ha portati una quindicina di chilometri lungo la costa a Sud di Monastir. Qui avevano stabilito il campo di regata per le "feluche", barche locali che vi avrebbero partecipato. Avevano anche approntato un "benvenuto" con una tavolata di pane caldo appena cotto sulla pietra e olio di oliva aromatizzato con un mix di erbe del posto. Dolci al miele e qualcosa da bere hanno contribuito ad allietare la mattinata sportiva... Si perché eravamo tutti "tra noi"...Tutti sportivi.
Una feluca in regata una quindicina di chilometri a Sud di Monastir.
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Una volta finita la regata, il programma prevedeva, di andare tutti allo stadio di calcio per assistere ad una partita di beneficienza... Infine, viaggio di ritorno al Marina e tutti a tavola in un barbecue a base di pesce fatto nell'atrio di fronte alla "Club House". Niente da dire... il barbecue era sicuramente il posto migliore per concludere anche questa "avventura". Voglio spiegare quel che intendo dire. Nel marina di Monastir il novanta per cento delle barche sono francesi. La Tunisia è stata una colonia francese ed il francese è diffusamente parlato come seconda lingua. Per esser chiaro, la nostra vita di tutti i giorni che comprendeva andare al mercato del pesce o quello della frutta, andare a comprare il pane direttamente al forno e "chi più ne ha più ne metta"... insomma tutto si svolgeva in francese senza il minimo problema. I francesi amano parlare la propria lingua e detestano imparare altre lingue straniere e così si capisce il perché della massiccia presenza di equipaggi francesi in Tunisia.
Pesce pescato al mattino, carbonella e lunghe tavolate al sole di ottobre...
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Per chi come noi è un amante di " Asterix il Gallico ", uno dei fumetti più belli della nostra giovinezza (...e non solo ), alcuni simpaticissimi paragoni vengono spontanei. Si tratta di un fumetto che nasce per mettere simpaticamente in rilievo molte delle caratteristiche del popolo francese. Per farla breve, in Asterix tutte le avventure si concludono con un barbecue al quale partecipa l'intero villaggio... Beh, che dire, qui a Monastir era lo stesso. Nella "Club House" c'era un "camerino" dove venivano tenuti dei lunghi tavoli smontabili e cataste di sedie da bar, tutte incastrate le une nelle altre. Ogni domenica c'era il "barbecue". Una persona del luogo, dietro piccolo compenso, alle 11 del mattino tirava fuori tutto l'occorrente ed accendeva il fuoco, poi, verso le 12, arrivavamo tutti noi alla spicciolata. Ognuno portava quel che voleva e naturalmente anche carne o pesce da cucinarsi alla brace. Non mancava mai del buon vino, magari ghiacciato, per far festa. Era anche molto frequente che alcuni portassero delle specialità da assaggiare che venivano distribuite. Uno fra tutti mi ha particolarmente colpito: era appena arrivato dai Caraibi ed ha preparato un cocktail utilizzando Rhum e frutta che venivano direttamente da quelle isole lontane... Un sapore decisamente diverso da quelli che conosciamo quì.
Galleria fotografica "Barbecue a Monastir 2010"
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Siamo rimasti a Monastir fin quasi alla fine di Novembre quando siamo partiti per prepararci al Natale in famiglia. Per tutto il mese di ottobre abbiamo fatto il bagno a mare tutti i giorni. Eravamo una compagnia fissa di italiani ( o quasi ): Pino e Gloria dalla Liguria, Tazio ed Anna dalla Svizzera italiana. Stavamo sempre insieme. Si andava a fare il bagno ogni giorno alle tre del pomeriggio. Siccome la spiaggia era sul margine esterno del Marina, davanti al Grand Hotel Framissima, quando si rientrava ci veniva comodo passare dalle docce per la "toeletta" serale prima di cena. La mattina invece trascorreva a fare la spesa... Con le signore che andavano a caccia di qualche acquisto interessante ed i maschietti spesso intenti in qualche piccolo lavoretto da fare sulla barca.