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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Museo archeologico di Milos

Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

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La visita al museo archeologico di Milos ha effettivamente esercitato un gran fascino su di noi. Forse è perché ci piace la storia (soprattutto quella dei posti che visitiamo), forse è perché ci lasciamo sedurre dalle suggestioni del luogo...

Comunque, ci è piaciuto anche se eravamo ben consapevoli del fatto che il museo è decisamente piccolo e la famosa “venere di Milo” che vi è esposta è solo una "buona" copia (l’originale si trova al Louvre di Parigi)

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Foto dai nostri itinerari

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Album fotografico   - click -   "Museo Archeologico di Milos"     - istruzioni -

L'album fotografico qui sopra documenta, sommariamente e per immagni, quali reperti si conservano in questo museo. E' indubbio che la grande fama della statua trovata su quest'isola genera forte curiosità. A proposito di questa statua e della legenda che riguarda le braccia perse durante una contesa per il suo possesso, vediamo di fare chiarezza. Sul sito della Treccani si legge: la Venere di Milo fu scoperta casualmente coltivando un campo nel febbraio e aprile 1820, probabilmente in due tempi; essa è infatti lavorata in due parti, quella nuda e quella panneggiata. L'agente consolare francese Brest riuscì ad acquistarla (dopo averne chiesta l'autorizzazione con lettera del 12 aprile) per conto del marchese de Rivière ambasciatore a Costantinopoli, che intendeva donarla al re di Francia Luigi XVIII. Ma quando il segretario d'ambasciata visconte Marcellus si presentò per ritirarla, trovò che i maggiorenti dell'isola l'avevano consegnata a un monaco armeno che voleva farne dono a un principe greco. Ma, non avendo il monaco dato altro che un acconto, il Marcellus, avendo aggiunto qualche cosa sul prezzo (che salì in tal modo dai 1200 ai 1500 franchi) dopo due giorni di discussioni e un pagamento in contanti, riuscì ad imbarcare la statua sulla sua nave da guerra. Da questo contrasto nacque poi la leggenda di una vera e propria rissa sulla spiaggia di Milo, nel corso della quale la statua avrebbe perduto le braccia, mancanti, resa più drammatica dalla vista di un bastimento inglese che puntava sulla rada e al cui comandante si supponeva l'intenzione di entrare in gara per il possesso della statua. In realtà non vi fu conflitto ma solo la minaccia di far entrare in azione i 50 uomini che il Marcellus aveva ai suoi comandi sulla nave. La statua, dunque fu trovata senza braccia. Sei mesi più tardi apposite ricerche reperirono due braccia, ma si vide che erano in marmo diverso e che non erano pertinenti. Insieme alla statua (in tre pezzi: busto, parte panneggiata, parte superiore dei capelli) entrarono al Museo del Louvre un avambraccio reso informe dalla cattiva conservazione, la metà di una mano che tiene una mela e tre erme (di Eracle, di Hermes e di Dioniso). Ciò è attestato dal rapporto presentato il 2 dicembre 1822 dal direttore dei musei di Francia conte Forbin all'Académie des Inscriptions.

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