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La foto satellitare del tratto di mare chiamato "mare chiuso" ( a ridosso di Lefkada ).

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Cartolina di Natale 2018

Il viaggio è stato bellissimo ed il vento, mano a mano che aumentava, non faceva che aiutarci ad andare più veloci. Il moto ondoso creato dal vento, come lo stesso vento, erano entrambi a favore. Le cose sono cambiate una volta arrivati nei pressi della lingua di sabbia che occorre circumnavigare per entrare nella darsena antistante il ponte levatoio. Infatti, se esaminiamo la foto satellitare riportata qui sotto, si vedono bene i bassi fondali con acqua trasparente che si incontrano avvicinandosi a terra. Inoltre, nella foto è stata evidenziata, da una linea tratteggiata, la zona di bassi fondali non navigabile che si incontra verso costa entrando.

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Fine

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Spiccare il volo verso la libertà e la conoscenza fa di ogni vita una vita degna d'essere vissuta.

stellina gialla

Poros 2016

Navigation

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Il lungo viaggio da Torrevieja, in Spagna, fino a Poros qui in Grecia è quasi giunto alla sua felice conclusione. Ci siamo fermati per una notte all'isola di Aegina (si legge Èghina) che dista non più di quindici miglia dal "traguardo" (un'isola che conosciamo bene - click). Al di là di possibili ragioni sentimentali, le motivazioni per questa sosta sono state di tipo pratico. Tra qualche giorno, verranno a trovarci a Poros i nostri amici Claudio e Giannina per passare una quindicina di giorni insieme e fare i turisti "terraioli"; dato che potremmo passare qualche giorno ad Aegina e che vogliamo sceglierci un bel alberghetto in riva al mare, abbiamo pensato di passare di persona e dare un'occhiata. Abbiamo infatti trovato quel che cerchiamo e adesso siamo in navigazione in direzione di Poros. Il tempo è bello e siamo contenti di una contentezza un po' speciale: tutto va bene, il lungo viaggio è al termine e, come "fuochi d'artificio a chiusura di una festa", noi aspettiamo i nostri amici per concludere insieme questa stagione speciale che ci ha visto navigare più del solito.

Ci vogliono, in realtà, quasi tre ore, col July di buon passo, per arrivare a Poros. Arriviamo alle tre del pomeriggio e non facciamo fatica a trovare posto in banchina. Diamo ancora e filiamo fino a sistemarci di poppa quasi davanti allo "Skipper Café".

Non possiamo resistere... Birra e patatine ci attendono.

Foto dai nostri itinerari

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Lo Skipper Café dove, dopo aver ormeggiato all'arrivo, ci concediamo una pausa.

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Siamo al settimo cielo, conosciamo già Poros, ma questa volta sarà diverso. Non siamo di passaggio, abbiamo eletto questa località come "residenza invernale del July": questo vuol dire che vivremo qui qualche mese (sicuramente tutto settembre ed alcuni giorni di ottobre di questa fine stagione ed anche tutto il periodo dei lavori annuali nel 2017).

Ho una gran voglia di lasciarmi andare a qualche bella giornata di "dolce far niente", ma, per il momento, non me lo posso permettere. Guardando il July (vedi foto sopra) sembra proprio "ben messo", intendo dire "ben ormeggiato". Un calumo adeguato e la catena dell'ancora ben tesa danno proprio un senso di sicurezza. Ma esiste un problema, qualcosa di insidioso che noi abbiamo sperimentato personalmente (per fortuna senza grossi danni). Siamo passati di qua nel 2014 ed abbiamo ormeggiato proprio dove siamo adesso; eravamo sulla barca quando è arrivato l'aliscafo. Il suo "adagiarsi sull'acqua", in quel modo che è tipico degli aliscafi, ha generato un'onda lunga che si è diretta verso di noi. Quando è arrivata, ha preso il July (insieme a tutte le altre barche che erano a fianco) e lo ha spostato verso poppa (verso la banchina). Lo ha fatto lentamente, inizialmente in modo quasi impercettibile, ma la barca è stata prima poggiata poi schiacciata contro la massicciata con tanta forza da fare esplodere il grosso parabordo a palla che tengo di poppa a protezione dello scafo. La cosa peggiore è che l'onda non arriva mai da sola, com'è naturale, piuttosto si tratta di un treno di onde a scemare dove la seconda non è meno potente della prima.

In questo caso, l'effetto è un senso di frustrante impotenza: le forze in gioco sono così grandi che nessuno è in grado di fare alcunché. Pertanto, memore di quanto è accaduto, dovrò mettermi alla ricerca di un altro posto che non sia così esposto a questo fenomeno. Ma per adesso, non ci muoviamo. Quel che è accaduto non è poi così frequente da metterci in "frenesia". Si tratta solo di prudenza (tanto più importante, nel nostro caso, in quanto la nostra sarà una sosta lunga). Intanto, viene dolcemente la sera e ci godiamo il momento magico sulla banchina di Poros... Quando il giorno ormai è andato e la notte deve ancora arrivare.

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La nostra prima notte di quest'anno a Poros si avvicina. C'è una gran pace tutt'intorno a noi.

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La mattina seguente ci svegliamo pimpanti e pieni di cose da fare... La prima fra tutte sarà quella di prendere contatto diretto con il cantiere con il quale abbiamo concordato l'invernaggio in secca della nostra barca. Siamo in contatto con Takis (il proprietario) con il quale ci dobbiamo vedere verso le undici. Così, facciamo quel che dobbiamo fare, e poi ci rechiamo a prendere il traghetto che ci porta a Galatas.

Finora abbiamo sempre parlato di svernare a Poros... Pertanto, il fatto che si vada a Galatas, potrebbe generare un po' di confusione. Vediamo quindi di chiarire la cosa.

Poros è la località turistica che ci attira e dove ci troviamo quando la barca è in acqua. Il cantiere, dove porteremo il July per svernare in secca, si trova invece ad alcune centinaia di metri di distanza sulla costa opposta in una località chiamata Galatas.

Elaborazione di un'immagine di Google Maps                                                                                                                  (immagine satellitare 1)

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La piccola isola di Poros che forma una zona di mare chiusa e protetta da ogni lato.

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Nell'immagine sopra (immagine satellitare 1), che utilizziamo come cartina della zona, vediamo l'isola che giace a poca distanza dalla terraferma formando uno specchio di mare chiuso e protetto da ogni tempo con uno stretto corridoio (nella foto, in basso) che porta al cantiere. Su questa "mappa" ho evidenziato, con una riga tratteggiata gialla, la rotta seguita dal July proveniente da Aegina, la posizione del July all'ormeggio, l'abitato di Galatas, il cantiere ed un "certo" hotel Helen di cui non ho ancora detto nulla.

Si tratta dell'albergo che è stato prenotato per Claudio e Giannina che fra pochi giorni verranno a trovarci in aereo da Milano. Naturalmente abbiamo un piano. Giungeranno in aereo fino ad Atene ed in aliscafo fino a qui dove alloggeranno all'Hotel Helen per un po'. Abbiamo prenotato un'auto per tutto il periodo della loro permanenza e, dopo alcuni giorni, intendiamo partire per un giro del Peloponneso che ci porterà a Elafonisos, Mistra (Sparta) e Nafplion, in fondo al Golfo dell'Argolide. Poi, per avvicinarsi ad Atene in vista del loro rientro, contiamo di soggiornare ad Aegina dove abbiamo prenotato noi direttamente durante la nostra sosta col July venendo qui.

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La barca in assetto da "lunga sosta".

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Sistemiamo il July in un buon posto e lo mettiamo "in assetto da sosta lunga". La foto sopra mostra che cosa intendo: congruo numero di parabordi con "la palla" posta in mezzo nell'unico punto di lavoro, gommone in coperta sollevato quanto basta per consentire l'uso normale dell'osteriggio di prora, telo parasole supplementare a poppa, pannelli solari orientati, tappetino per le scarpe in coperta nel punto di sbarco/imbarco... Insomma, tutto quanto serve per vivere comodamente su una barca che diventa, pro tempore, un "alloggio per una vita stanziale".

Passiamo così alcuni giorni di vera vacanza, tuttavia, ogni tanto, sfruttiamo il tempo che abbiamo per prepararci all'arrivo di Claudio e Giannina. Ad esempio, prendiamo accordi per l'affitto dell'auto, andiamo all'hotel per capire come organizzarci e per vedere in anticipo quale stanza daranno ai nostri amici, ci sforziamo di "testare con coscienza" i migliori ristoranti per selezionarne uno o due di nostro gusto... Insomma, facciamo quanto basta per avere "la coscienza a posto".

E così, sotto il peso di una vita dura e piena di responsabilità, giunge finalmente il giorno dell'atteso arrivo. Sbarcano la sera, verso le venti, dall'aliscafo che viene dal Pireo (il porto di Atene). Il viaggio non è stato troppo faticoso; abbiamo con noi l'auto a disposizione e, caricate le valigie nel portabagagli, decidiamo di fare due passi e di concederci poi una cenetta rilassante.

All'arrivo di Claudio e Giannina, ce ne andiamo a cena al Platanos: "serata greca".

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I primi giorni passano in totale relax. Claudio e Giannina, di questi tempi, sono "in ballo" con un trasloco (stanno cambiando casa) e i troppi impegni si fanno sentire. Per parte nostra, la "lunga rotta" dalla Spagna a qui ci fa sentire in una sorta di "stato di appagamento": "sentiamo la frenesia giovanile di fare cose faticose solo in modo molto attutito".

Siamo organizzati così: facciamo "campo base" in albergo: un miniappartamento con due camere, ampio balcone vista mare e cucina abitabile fornita di tutto. Usiamo l'auto per andare e venire dal centro abitato all'hotel (pochi minuti di percorso). Per pranzo, quando non siamo in giro, mangiamo nel terrazzino di cui è dotato l'appartamento; la sera, quasi sempre, andiamo a cenare fuori. Durante il giorno, andiamo in una delle spiagge di fronte... Le signore fanno il bagno, noi di solito ci infiliamo in discussioni difficili sugli argomenti più diversi. Il tempo passa velocemente e piacevolmente.

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Album fotografico   - click -   "Hotel Helen"     - istruzioni -

Ci siamo concessi cinque giorni di vacanza-relax qui a Poros. Abbiamo quindi tutto il tempo che occorre per visitare quel che c'è da vedere sull'isola. L'isola è tutta bella e l'abitato, soprattutto di sera, offre un'atmosfera particolarmente briosa ed accattivante. Le case si snodano lungo tutta la costa che appare totalmente banchinata alla moda greca. Di giorno, sono poche le barche che rimangono all'ormeggio. Ma la sera i pontili si riempiono fino ad esaurire tutto lo spazio disponibile: i frequentatori più numerosi sono quelli che arrivano su barche "charter". Credo che proprio su questa caratteristica del posto sia da ricercare la causa di tanto brio. Su queste barche viaggiano equipaggi che rimangono solitamente poco tempo a bordo (una settimana o poco più...) e sono tutte persone allegre che hanno voglia di divertirsi... Sono tutti disposti, la sera, a mangiare nelle taverne ed a riempire i vari localini dove si raccolgono a ridere e scherzare fino a tardi. Non ci si annoia mai a Poros... Con questo andirivieni, l'occhio scova sempre qualcosa di curioso che attiri l'attenzione del passante.

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Album fotografico   - click -   "Monastero Zoodochos Pigis"     - istruzioni -

Spesso, la mattina, quando la temperatura è deliziosa, ci concediamo qualche visita turistica nell'isola. Una di queste ci porta al Monastero Zoodochos Pigis (vedi video sopra), il suo nome significa "fonte di vita" ed è l'unico monastero da queste parti.

In effetti, mi sono chiesto più volte come mai qui a Poros non troviamo ampie tracce di antiche vestigia. Due cose in particolare mi fanno pensare: la consapevolezza di quanto fosse importante la flotta navale nell'antichità ed il fatto che pochi posti, come la zona di mare protetta che l'isola di Poros forma con la terraferma, offrono un ridosso naturale per le navi così vasto ed efficace. Viene da pensare che qualunque popolo, una volta insediatosi in loco, ne avrebbe utilizzato le peculiarità. In altre parole, dovremmo trovare i resti di importanti insediamenti urbani.

Invece non abbiamo niente di simile. Esiste, in effetti, in alto, una zona archeologica dove troviamo tracce di un tempio a Poseidone.

Video del sito archeologico del tempio di Poseidon nella parte alta dell'isola di Poros.

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Comunque, ciò che sono riuscito a sapere è quel che dico nel video della visita alle rovine... Meglio sarebbe dire “ai resti”, del Tempio di Poseidone situato nella parte alta dell'isola. L'archeologia ha stabilito che vi erano abitanti stabili già nella prima età del bronzo. Questa certezza è dovuta al ritrovamento ed alla datazione di antiche tombe. Inoltre, gli studi fatti sugli scavi del tempio dimostrano che in loco vi abitavano persone già intorno al 1.200 A.C. e che si cominciò la costruzione del sacro edificio intorno al 800 A.C. per poi raggiungere le “fattezze definitive” solo nel IV secolo A.C.

La cosa sorprendente poi è che sappiamo che l'isola continuò ad avere il suo santuario fino al II secolo D.C. ma, successivamente non si sa cosa accadde fino ad epoche molto recenti... Nell'ottocento, durante le guerre per l'indipendenza della Grecia, si sa infatti che Poros diventerà un fervente ed operativo sostenitore della causa.

Comunque, lasciamo agli studiosi il compito di districarsi fra tutti questi enigmi e torniamo a noi. Un'altra delle cose da vedere a Poros è la famosa Torre del'Orologio. Non si tratta di una di quelle meraviglie del mondo che la gente viene apposta per vedere... Ma è pur sempre un'attrazione, non fosse che perché girando per i moli a bordo mare la si vede un po' da ogni parte.

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Album fotografico   - click -   "La torre dell'orologio Poros"     - istruzioni -

Alcuni amici, che hanno la barca qui in Grecia come noi, ci hanno parlato di una località turistica qui vicino che spesso, per diversi motivi, viene “saltata” da tutti noi che decidiamo appunto di navigare direttamente fino a Poros. Venendo da Aegina, la si trova sulla destra poco prima di entrare nello stretto che porta nel braccio di mare chiuso dove ci troviamo adesso.

Questo posticino interessante si chiama Methana e si trova su di un promontorio che molti scambiano per un'isola a causa delle esili dimensioni dell'istmo che lo collega a terra. Effettivamente, esistono alcune motivazioni che possono spiegare il perché spesso ci si dimentica di passare da lì. La vicinanza con Poros, molto più rinomata, è sicuramente la prima motivazione... Ma ce ne sono altre: non si trova posto facilmente per la barca ed inoltre vi sono nei pressi dello scalo delle acque termali che odorano di zolfo. Questo fatto è scritto sui portolani che abbiamo a bordo e “la cosa”, in genere, non è gradita.

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L'ingresso del porticciolo di Methana, una famosa località termale non lontana da Poros.

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Siamo ormai arrivati all'ultimo giorno prima di partire per il “tour” che abbiamo organizzato nel Peloponneso ed abbiamo deciso di prendere il traghetto con l'auto e “fare un salto” a Methana... Vogliamo vedere di persona come stanno le cose.

La strada che percorriamo, devo dire, ha il suo fascino. È molto varia: andiamo in traghetto fino a Galatas, poi percorriamo una decina di chilometri sulla strada provinciale per girare quindi verso l'istmo che porta sull'isola-promontorio. Qui la strada si snoda prima a bordo spiaggia e poi sale di quota tra pini marittimi e brulle rocce mantenendosi sempre sulla costa. Ad un certo punto, facendo una curva a sinistra, compare il porticciolo di Methana con dietro l'abitato. La splendida “visione” è proprio quella immortalata nella foto sopra.